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Mike Sexton: “Ho visto giocatori vincere il WPT e andare rotti poco dopo nel cash game”

Dopo la vittoria del WPT di Montreal, Mike Sexton può dire di aver ottenuto davvero tutto ciò che voleva nel mondo del poker. Il 69enne ha un braccialetto WSOP e un titolo WPT in bacheca, oltre a 6.2 milioni di dollari lordi nei tornei dal vivo. Ma la sua grandezza è da attribuire soprattutto al grande ruolo che ha avuto nella promozione del poker come un gioco di abilità. Questo recente successo è la miglior dimostrazione di quanto si possa essere costanti nei risultati se si è più forti e preparati degli avversari.

Non stupisce, quindi, che su Twoplustwo sia stato aperto un thread intitolato: “Mike Sexton è il più grande di sempre?“. La discussione si è accesa fin dai primi post, ma una cosa è certa: Sexton è davvero uno dei più grandi personaggi nella storia del poker. Perché ha dato tutto se stesso per promuovere il gioco, ma anche perché ai tavoli ha vinto tanto e per tantissimo tempo. Di questo si parla poco, così è stato lo stesso Mike a raccontare qualcosa su di sé e la sua carriera nel corso del podcast di Joe Ingram.

“La gente mi conosce solo come il tizio che fa le telecronache, non sanno che mi sono guadagnato da vivere per 25 anni giocando a carte“, racconta il professionista statunitense. “Nel 1977 mi sono licenziato dal mio lavoro. Nei tre anni precedenti avevo lavorato come venditore, ma dopo aver divorziato mi sono reso conto che nelle partite private guadagnavo più del mio stipendio. Così ho deciso di mollare tutto e dedicarmi solo al poker. Non ho più ricevuto un assegno per 25 anni: dal 1997 al 2002 mi sono mantenuto solo ed esclusivamente giocando a poker”.

Nel 2002 è stato inaugurato il World Poker Tour e da allora Mike è sotto contratto come telecronista e ambasciatore del circuito. Ma nei 25 anni precedenti, non aveva mai avuto una busta paga: si guadagnava da vivere vincendo i soldi degli avversari nelle partite private e ai tavoli di Las Vegas.

“All’inizio della mia carriera dovevi essere un giocatore completo, non potevi conoscere solo il No-Limit Hold’em perché se c’erano partite interessanti di altre varianti dovevi essere pronto. Gli home games in cui giocavo erano molto sicuri. Abbiamo giocato in un appartamento per 8-10 anni senza subire rapine o situazioni pericolose”, ricorda con molta nostalgia. “Se ci penso ora è straordinario, è incredibile quanto sia stato fortunato a non essere mai stato derubato. Ma se mi è andata bene con il poker, non posso dire lo stesso delle scommesse sportive…”

Mike Sexton ammette infatti di aver perso moltissimi soldi con il betting, un’attività che ha mandato rotti molti poker player di Las Vegas. Perché essere bravi al tavolo non significa automaticamente esserlo anche nelle scommesse.

Ho sprecato tanti soldi puntando sullo sport“, dichiara il neo-campione WPT. “Ora scommetto moderatamente, una volta puntavo come un pazzo, più di quanto potessi permettermi. Una volta Bobby Baldwin mi disse che se sei un grande giocatore di poker puoi avere un grande vizio e sopravvivere comunque. Ma se hai più di un vizio, hai lo 0% di possibilità di sopravvivere a Las Vegas. Io ho avuto un solo vizio: le scommesse sportive. Se mi pento? Non ne vado fiero, ma ho imparato la lezione”.

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Mike ha vissuto in prima persona i rischi del mondo del gambling, ma in quasi 35 anni ha anche assistito con i suoi occhi alla rovina di molti ottimi giocatori.

“Ho visto il meglio e il peggio di questo mondo. Ho visto persone vincere un torneo del WPT per milioni di dollari e andare completamente broke poco dopo sedendosi ai tavoli di cash game high stakes. Altri non hanno calcolato le tasse, altri ancora non hanno messo niente da parte. Ciò che ho imparato è che quando centri un grande risultato devi sapere come gestire la vincita. E so per certo che oggi i giocatori di poker sono molto intelligenti, una volta erano quasi tutti dei gambler“.

Infine, Mike Sexton ricorda il suo amico Stu Ungar, con il quale ha passato tanto tempo insieme, sia al tavolo che fuori: “Era un genio, con una straordinaria memoria fotografica. Per me è stato il miglior giocatore di No-Limit Hold’em al mondo, ma credetemi: è stato senza dubbio il miglior giocatore di Gin Rummy di tutti i tempi. Non ha mai avuto un lavoro in vita sua, perché da ragazzino giocava per conto della mafia e batteva tutti. È venuto a Vegas per giocare a Gin Rummy, ma si è spostato nel poker perché nessuno voleva più dargli action. Ha battuto tutti i migliori al mondo, sia a gin rummy e a poker”.

 

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