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Phil Hellmuth, una vita da ‘tiltato’: out con figuraccia alle WSOP

Phil HellmuthLa caccia di Phil Hellmuth al 12° braccialetto WSOP è ormai un avvenimento nell’avvenimento, ad ogni edizione delle World Series. Dopo i 3 tavoli finali con altrettanti clamorosi secondi posti nel 2011, ecco che ripartono lo show…ed il tilt.

Già, il tilt, compagno inseparabile di “The Poker Brat” e ormai parte integrante di quel personaggio che si è così abilmente costruito e che forse è diventato un pò anche la sua prigione. Infatti non c’è avversario al mondo che non sappia qual è la migliore arma possibile per sconfiggerlo: farlo tiltare, scoppiare di rabbia, andare in escandescenza.

L’ultimo successo in questo senso lo ha ottenuto Adam Friedman, protagonista di un esilarante siparietto con lo stesso Hellmuth durante il day 3 dell’event #15 – Seven Card Stud hi/low da 5mila dollari di buy-in, in corso di svolgimento al Rio di Las Vegas. L’occasione è ghiotta, per “the poker brat”, con appena 16 giocatori rimasti nella caccia al braccialetto.

Hellmuth, dopo aver fatto check-call alle prime due street, prende le chips deciso a puntare in sesta strada con (X X) 6 10 a 10.  Friedman ha come carte scoperte 5 3 a k , e per chi di voi non è pratico di Stud Hi/Lo è una situazione di certo non favorevole ad Hellmuth, che ha una mano con board accoppiato e due carte alte, elementi che rendono più difficile la formazione di un punto low. Friedman, invece, può darsi che abbia già un punto low forte o un nut low draw, e qui non resiste alla tentazione di uno sfottò: “Non credo che tu capisca i concetti dei giochi hi-lo”.

Adam Friedman, l'ultimo a far 'tiltare' Phil HellmuthHellmuth pare non fare una piega e checka in settima strada, così Friedman può proseguire nella strategia provocatoria: Adam punta ancor prima di aver visto l’ultima carta coperta, esclamando “Se chiami qui sei il prossimo player out”. Hellmuth chiama e Friedman mostra (6 4 ) 5 3 a k (q ), con la donna di quadri in settima che gli fa chiudere colore per il punto alto, mentre il suo low è 6 5 4 3 A per un sonoro SCOOP (ovvero quando uno stesso giocatore si aggiudica l’intero piatto con il miglior punto high e il miglior low).

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Hellmuth, dalla sua, può infatti vantare solo (7 3 ) 6 10 a 10 (4 ): appena una coppia di 10 per il punto high e 7 6 4 3 A per il low. In confusione totale, Hellmuth si convince di avere il low migliore e fa per riprendersi la sua parte di chips, ma viene bruscamente stoppato da Friedman: “Ehi, cosa stai facendo?”…

Hellmuth si accorge dell’errore e butta via le sue carte, ma Friedman continua a “pizzicarlo” ripetutamente per qualche minuto, fino al colpo in cui Phil esce in 15ma posizione, proprio per mano di Adam che così fa anche la sua gran figura da buon profeta…

Lo storico tallone d’achille di Phil Hellmuth si dimostra ancora una volta estremamente vulnerabile, e insieme al tilt anche la disattenzione sul riconoscimento del punto deve essere stato un bel colpo per l’ego ferito del pluricampione WSOP. Degli 11 titoli vinti, ben 7 vengono da tornei di No Limit Hold’em, tre da Limit Hold’em e uno da Pot Limit Hold’em: in tutte le altre varianti Phil non ha mai ottenuto vittorie importanti e questo, per uno che si autodefinisce da anni “il miglior giocatore di poker al mondo”, non deve essere un dato semplice da digerire.

Se poi si pensa all’enorme vantaggio di cui Phil aveva goduto lo scorso anno nell’heads up conclusivo del 50.000$ Poker Players Championship, poi vinto in rimonta da Brian Rast, si intuiscono meglio le ragioni per cui quest’uomo e il suo tilt sono destinati a camminare lungo un binario unico.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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