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Phil Ivey: “Vi spiego perché tutti noi dovremmo ringraziare per sempre Brunson”

Si è detto spesso che Doyle Brunson sia un’autentica leggenda di questo gioco e come abbiamo visto nell’articolo di ieri dedicato al suo ritiro, i motivi sono numerosi. Ma la grandezza di Texas Dolly non è solo nei 10 braccialetti WSOP e nei milioni di dollari vinti ai tavoli: Doyle è e sarà sempre un’icona di questo gioco per il suo ruolo che ha avuto nella sua evoluzione. Lo hanno detto tanti professionisti nel corso degli anni, ma le dichiarazioni di un’altra leggenda come Phil Ivey risultano incredibilmente valide nella loro semplicità.

Dopo aver scoperto del ritiro imminente di Brunson, Ivey ha infatti concesso una rara intervista. Ai microfoni di PokerCentral ha parlato di quello che Doyle rappresenta per lui e soprattutto per il poker, sottolineando che tutti – dagli appassionati ai pro – dovrebbero essergli grati per sempre.

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Phil Ivey: “La prima volta che incontrai Doyle Brunson fu un sogno diventato realtà”

Doyle Brunson è un’icona“, ha esordito Ivey. “È uno dei migliori di sempre in questo gioco, specialmente se pensi al numero di anni trascorsi ai tavoli. Per tantissimo tempo è stato un top player e ancora oggi è un giocatore vincente. Semplicemente si siede al tavolo e vince soldi”.

Interpellato sulla prima volta in cui si incontrarono, Ivey non si sbottona. Com’è noto, il campione californiano è estremamente riservato e non ama parlare delle partite a cui partecipa o ha partecipato. Fa però intendere che si trattava di una grande partita di cash game, per poi rivelare:

“All’epoca era già una leggenda e ovviamente lo conoscevo di nome. Sedermi al suo stesso tavolo fu un sogno che diventava realtà“.

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Perché tutti dovrebbero ringraziare Doyle Brunson

Phil Ivey era un fan di Doyle Brunson quando era giovane. Diventando un professionista, però, l’ammirazione si trasformò in qualcosa di più grande, perché adottando in prima persona lo stile di vita del poker pro si rese conto di quanto Doyle abbia fatto per rendere il poker un gioco popolare e lontano dagli pregiudizi di un tempo.

“Ai tempi in cui Doyle iniziò a giocare professionalmente, se dicevi a qualcuno che eri un poker pro era come dire che spacciavi, eri considerato un delinquente“, spiega Ivey. “L’ho visto personalmente nella limitata esperienza che ebbi come poker pro prima di iniziare a comparire negli show televisivi: quando dicevo che mi guadagnavo da vivere con il poker, mi guardavano con occhi diversi. Ma grazie a tutto ciò che ha fatto Doyle, il modo di giudicare il poker è cambiato radicalmente”.

Ecco perché, secondo Phil Ivey, tutto il mondo del poker dovrebbe ringraziare Doyle Brunson, l’uomo che ha trascinato questo gioco fuori dalla tenebre degli stereotipi.

“Tutti coloro che fanno parte del mondo del poker devono a Doyle un enorme grazie per tutto ciò che ha fatto per questo gioco. Quando Doyle iniziò a giocare, il poker era tutt’altra cosa rispetto ad oggi. Oggi fa figo giocare, ma all’epoca era completamente diverso“.

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