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Phil Laak

Phil Laak shock: “Ho rischiato di morire…”

Phil Laak è stato senza dubbio tra i protagonisti del boom del poker in tv, non solo negli Stati Uniti d’America ma in tutto il mondo. Poker Central gli ha dedicato una puntata di Pokerography, durante la quale non sono mancate le curiosità.

Come ad esempio quella volta in cui Phil Laak, non ancora professional poker player ha letteralmente rischiato la vita, o le vere origini di una moda che avrebbe poi fatto tendenza: l’uso di occhiali da sole e felpa con cappuccio al tavolo da poker.

“Phil Laak? Puro spettacolo e intrattenimento”

Per spiegare il fenomeno-Phil Laak non esiste modo migliore che far parlare chi ha potuto conoscerlo sul serio. “Phil Laak ha capito subito che andare fuori dalle linee avrebbe pagato”, ha dichiarato Steve Lipscomb, fondatore del World Poker Tour.

“Non puoi mai attribuire una mano a Phil Laak”, gli ha fatto eco Nolan Dalla, WSOP Media Director, “È lì che se la ride, racconta barzellette, e potrebbe avere in mano benissimo due assi come 7-2”.

“Più sembra che si stia divertendo, più devi stare attento”, ha sottolineato invece Melanie Weisner. “Si tratta di una persona molto intelligente, che sa sempre quello che sta facendo”. Così invece Mike Sexton, pokerista e voce storica del WPT: “Lui è il mio preferito: quando arriva al final table so già che sarà uno spettacolo”.

Quella volta in cui rischiò la morte

Lo stesso Phil Laak racconta di quando tentò di diventare un repo man, cioè quelle persone deputate a recuperare oggetti acquistati a rate da chi non può più permettersi di pagarli – principalmente automobili.

“Avevo visto il film Repo Man e ne fui entusiasta: volevo fare quel lavoro pure io. Non avevo mai rubato niente in vita mia e avrei avuto l’opportunità di farlo legalmente! Ma ho fatto questo lavoro per 12 giorni credo, non sono arrivato sicuramente alle due settimane”.

Il perché è presto detto e Phil Laak lo racconta col sorriso sulle labbra, nonostante la paura provata: “Il 12° giorno trovammo, io e un collega, questo bel furgoncino fuori da casa di uno. Il proprietario, tra virgolette, esce imbracciando un fucile ed è visibilmente ubriaco.

Col calcio del fucile dà un colpo secco e rompe il finestrino dell’auto mentre noi eravamo già dentro e punta l’arma alla testa del mio collega. Alla fine riusciamo a scappare, io ero spaventatissimo.

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Chiesi al mio collega quante volte capitavano cose del genere e mi aspettavo una risposta tipo ‘una volta ogni paio d’anni’. E invece lui mi dice: ‘Tipo un paio di volte al mese’. A quel punto ho capito che non potevo fare quel genere di lavoro”.

Phil Laak e l’accoppiata occhiali da sole-felpa con cappuccio

Dalle card room di San Francisco a Las Vegas, in compagnia dell’amico Antonio ‘The Magician’ Esfandiari, Phil Laak si distingue come giocatore ovunque vada. Che si tratti di cash game o tornei, ‘Unabomber’ riesce sempre a cavarsela egregiamente. E a diventare anche una sorta di icona di stile, lanciando la moda degli occhiali da sole e della felpa con cappuccio. Per non dare tell? Niente affatto.

“Altro che tell e robe del genere. Ho cominciato a indossare gli occhiali da sole perché nelle card room che frequentavano, che non erano certo posti di lusso, non avevano i lampadari. Perciò c’era semplicemente la lampadina appesa al muro e la luce era fortissima e mi dava tanto fastidio agli occhi”, racconta Phil Laak.

E per quanto riguarda la felpa con cappuccio? “C’era questo posto, a New York, dove ho giocato tantissimo. Solo che aveva un sistema di riscaldamento centralizzato e quando pompava il calore, l’unico modo per abbassare la temperatura era aprire la finestra.

Quindi avevi da una parte il caldo, dall’altra il freddo che entrava. Le due correnti erano così forti che quasi ti potevi aspettare che in mezzo si formassero delle nuvole e cominciasse a piovere! Così ho iniziato a indossare la felpa col cappuccio, in modo da ripararmi dagli sbalzi di temperatura!”

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