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Ana Marquez: “Iniziai a giocare con Greg Merson. La pausa? C’è stata, ma ora sono tornata”

Nel 2011 Ana Marquez diventò improvvisamente uno dei volti femminili più riconosciuti nel mondo del poker. All’inizio di quell’anno, infatti, la giocatrice spagnola mise in mostra ottime abilità alla PCA delle Bahamas, dove sbollò il final table del Main Event chiudendo in 10° posizione e incassando $155.000.

Da quel piazzamento, la Marquez iniziò un lungo giro del mondo per grindare i tornei live. Oggi il suo Hendon Mob segna 62 piazzamenti a premio e $1.136.151 incassati tra Stati Uniti, Spagna, Repubblica Ceca, Austria, Italia, Australia, Bahamas, Polonia, Inghilterra, Germania e Cipro.

Ana Marquez (courtesy WPT)

Nonostante questi ottimi numeri, la Marquez era sparita dalle scene. Almeno fino alle WSOP di quest’estate, quando ha piazzato tre bandierine in altrettanti eventi con field oceanici (Marathon, Monster Stack e Crazy Eights).

Quella tripletta ha segnato il ritorno ufficiale di Ana Marquez, la quale, durante una pausa del WPT Five Diamond del Bellagio (avrebbe poi chiuso in seconda posizione in un side event da $1.000 per $17.848), ha parlato della sua carriera a CardPlayer.com. Dalla scoperta del poker online grazie a Greg Merson ai suoi piani per il futuro.

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Ana Marquez e il clan del Maryland

“Ho iniziato a giocare tanto tempo fa, era il 2008”, ricorda la Marquez. “Stavo frequentando l’università a Washington, studiavo economia e storia. Poi il poker è entrato nella mia vita“.

La Marquez, originaria di Malaga, ha quindi scoperto il poker negli Stati Uniti. Iniziò subito a giocare e in breve tempo venne a contatto con alcuni top player del Maryland, che spesso passavano i weekend a Washington.

“Incontrai molti poker pro del Maryland, come Greg Merson, Tony Gregg e Christian Harder“, rivela. “Iniziammo a giocare a poker tutti insieme e fin dall’inizio presi questo “gioco” con grande serietà. Avevo iniziato a studiare intensamente la teoria del poker prima ancora di diventare pro, perché volevo essere sicura di essere pronta”.

Greg Merson

La svolta del poker online grazie a Greg Merson

Per Ana, la grande svolta ci fu quando il futuro campione del mondo Greg Merson le consigliò di giocare online al fine di migliorare ancora più rapidamente.

“Greg mi mostrò l’online. All’epoca stavo grindando l’$1-$2 live ma lui mi convinse a provare l’online, perché era la cosa giusta da fare per me. Iniziai a giocare i tornei solo due anni più tardi”.

Con la scoperta del poker online, Ana iniziò a pensare di fare del poker una professione.

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“Avevo deciso di saltare un anno di università per dedicarmi completamente alla tesi di laurea. In quel periodo mi annoiavo, così iniziai a giocare moltissimo a poker. Fu a quel punto che compresi il mio profondo amore per quel gioco. Dopo aver concluso gli studi, mi diedi un anno per provare a diventare pro“.

Il successo e la vita da giramondo

Come sappiamo, Ana Marquez ci è riuscita e dal 2009 ha giocato moltissimi tornei e partite, sia live sia online, per diversi anni con la patch di Pokerstars sul petto. Poi, improvvisamente, la sua presenza ai tavoli è diminuita nettamente.

Stavo spingendo troppo, vivevo con la valigia in mano, ero in una città diversa ogni due settimane“, racconta. “A un certo punto volevo solo avere una casa, fermarmi. Vivevo a Londra ma non c’ero mai, perché ero sempre in giro per il mondo a grindare”.

La scelta di rallentare è arrivata nel 2014.

Il 2013 è stato un grande anno per me, e quando vinci tanto vuoi sempre inseguire quella sensazione“, dice la pro spagnola. “La mia vita era però basata esclusivamente sul poker, mio padre mi diceva che ero l’unica persona che conoscesse a non avere mai un weekend libero”.

Ana Marquez: “Non smetterò mai di giocare a poker”

Allontanarsi dai tavoli è stato importante per Ana Marquez, perché in questo periodo ha capito una cosa: non smetterà mai di giocare a poker.

“Onestamente, non potrei mai smettere con il poker. Ho ridotto il mio schedule affinché sia più gestibile. Ho provato a vedere se mi piaceva una vita senza poker, ma ho capito di amare troppo questo gioco. E poi amo Las Vegas, è il posto migliore dove fare questo lavoro. Se giochi a poker e sei in cerca di motivazioni, vai a Las Vegas”.

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