Alzi la mano chi di voi, leggendo l’edizione originale di Super System di Doyle Brunson, non si sia chiesto: “ma perché non c’è un capitolo sull’Omaha?”. La risposta è molto semplice: perché non era stato ancora inventato. La prima edizione della ‘Bibbia del Poker’, infatti, è datata 1978. Ma l’Omaha fu inventato solo quattro anni più tardi, da Robert ‘Chipburner’ Turner.
Siamo nel 1982 e Robert Turner, già professionista da una decina d’anni, propone questa variante del Texas Hold’em a Bill Boyd, che cominciò ad offrirlo al Golden Nugget di Las Vegas. In realtà, nel celebre casinò della Sin City veniva chiamato Nugget Hold’em, per volere dello stesso Boyd.
Turner, tuttavia, portò il suo gioco all’Horseshoe Casino di Gardena, quattro anni più tardi. L’origine del nome di questo gioco risale ad ogni modo ai primi periodi del Nugget. Lo stesso Turner ricorda infatti come a quei tempi ci fosse un tizio che proveniva dall’omonima città di Omaha, e che giocava praticamente ogni giorno al tavolo della versione Pot Limit.
‘Chipburner’, chiamato così per il suo stile di gioco aggressivo, si avvicinò al poker quando aveva soltanto 17 anni. A quei tempi, com’è stato per tanti di noi, fu invitato a una partita privata. Turner però in quell’occasione si accorse che i giocatori stavano barando e decise cosi di organizzare lui stesso una partita di poker, per garantire ai player un ambiente sicuro. A 21 anni stava già girando per gli Stati Uniti, da giocatore professionista.
Turner in carriera ha vinto oltre 2,3 milioni di dollari. In 30 anni di poker ha ottenuto ben 30 piazzamenti a premio alle World Series of Poker, dove fino all’anno scorso deteneva il record di in the money consecutivi al Main Event: fu 10° nel 1991, 36° nel 1992, 13° nel 1993 e 6° nel 1994. Il record appartiene ora a Ronnie Bardah, che alle WSOP 2014 è finito a premio nel Main Event per la 5° volta di fila.
L’inventore dell’Omaha ha vinto un braccialetto nel 1993, ma curiosamente non nel gioco che ha ideato, ma nel Seven Card Stud. Turner ci è andato vicino più volte, alla conquista di un evento di Omaha alle WSOP, ma non ci è mai riuscito. Per sua stessa ammissione, tante volte non ha saputo mettere a freno l’aggressività, sprecando le sue chip.
In un’intervista rilasciata l’anno scorso, Turner dichiarò: “Se il No Limit Hold’em è la Cadillac del poker, allora l’Omaha è la Lamborghini, perché ci giocano player più scarsi. È un gioco ideato per irretire la gente, farla andare in tilt e farle perdere più soldi. Un gioco in cui i migliori vincono sempre. A differenza di ciò che pensa la gente, nell’Omaha la fortuna non conta“.
Tra gli allievi di ‘Chipburner’ si contano assi della ‘vecchia scuola’ come Humberto Brenes e Men ‘The Master’ Nguyen. Ma Turner non ha nessuna intenzione di appendere le… carte al chiodo. Quest’anno ha già ottenuto sette piazzamenti a premio tra L.A. Poker Classic, WSOP Circuit e California State Poker Champiosnhip.
Lo vedremo impegnato anche alle WSOP 2015. E chissà che per una volta possa essere profeta in patria e conquistare quel braccialetto di Omaha che gli è sempre sfuggito. Almeno finora.