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Sergio Castelluccio: ‘3 mani del Main Event che rigiocherei diversamente’

Sergio CastelluccioEsattamente un mese fa si apprestava a vivere – e a farci vivere – un memorabile day 7 al Main Event delle World Series Of Poker. Oggi Sergio Castelluccio è nella sua Irpinia, a coccolarsi moglie e figlioletto in attesa di riprendere il suo cammino da top player in giro per l’Italia e l’Europa.

Lo abbiamo sentito proprio nei giorni scorsi, per ripercorrere il suo entusiasmante cammino al Main Event WSOP e per parlare del futuro di quello che è ormai da considerare come uno dei giocatori italiani più stimati in assoluto a livello internazionale.

Chi scrive conobbe Sergio nell’ormai lontano 2009 quando, da totale sconosciuto, centrò un 16° posto all’EPT Grand Final di Montecarlo, vinto poi da Pieter De Korver. Tre anni dopo si sarebbe addirittura migliorato, con un quarto posto da 400.000€ che risulta tuttora il suo miglior risultato monetario in carriera.

Partiamo appunto da qui. Tu hai fatto deep run sia all’ EPT Grand Final che al WSOP Main Event, senza considerare la vittoria IPT e altre svariate performance. ma il Main WSOP ha davvero ancora qualcosa di speciale?
La struttura del Main alle WSOP è la più giocabile in assoluto. Ci sono altri tornei con strutture molto giocabili ma nulla di paragonabile con questo. L’EPT di Montecarlo è un torneo completamente diverso dal Main WSOP sotto molti aspetti, primo tra tutti il fatto che il field sia molto duro già dalle prime fasi del torneo. Il ME WSOP, essendo un torneo dal field molto più numeroso, parecchio più facile nelle fasi iniziali.
All’IPT, invece, il field è molto più soft e infatti non capita di rado che giocatori amatoriali raggiungano le fasi finali del torneo.

Non molti avranno notato che questo 14° posto è stato il tuo primo “in the money” in assoluto alle WSOP. Come mai fino ad ora hai frequentato così poco Vegas?
Personalmente non ho mai avuto il mito di Vegas o del braccialetto WSOP, forse perché seguo molto poco il poker in tv. Quest’anno ci sono andato per la terza volta. Le prime due avevo giocato solo il Main, mentre quest’anno sono partito un po’ prima per prendere parte ad altri due tornei, entrambi dal buy-in alto perché ritengo di non sapermi esprimere bene in tornei dalla giocabilità limitata.

Oltre al talento, alla capacità di lettura di board e avversari, quanto conta la forma fisica in un torneo lunghissimo come questo?
Sergio al tavolo dell'EPT Grand Final 2009, dove chiuse 16°Credo che arrivare in forma ad un torneo del genere sia molto importante. Bisogna innanzitutto aver smaltito il jet lag e può essere d’aiuto anche il fatto di giocare il primo day1, in modo da avere qualche giorno si riposo in più prima del day2.

Non oso chiederti quante volte hai rigiocato in testa alcuni spot del Main Event. In particolare, c’è qualcuno che avresti giocato diversamente?
Avrei sicuramente effettuato delle scelte diverse in tre mani giocate dopo la pausa cena del day7. Nel primo spot, dopo aver effettuato 3 aperture di fila, mi ritrovo con A9 suited da hi-jack e decido di aprire di nuovo. L’errore è stato flattare poi la 3bet di un giocatore abbastanza passivo sul bottone. Quel colpo mi è costato un bel po’ di chips…

Il secondo spot è quello con KK contro McLaughlin.

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(Ripercorriamola, allora. Su bui 12.000/240.000 ante 40.000 Mclaughin apre a 500.000 da under the gun, Sergio 3-betta da bottone ottenendo un call. Sul flop a 6 7 i due checkano, mentre sul turn 3 Mclaughin  punta 800.000, chiamato da Castelluccio. Il river è un 9 , Mclaughin punta 3 milioni, Sergio fa call e mucka alla vista dei 5 8 dell’avversario, rimanendo con poco meno di 4 milioni)

In un altro torneo penso che avrei snappato al river, ma al Main Event WSOP, in quello specifico momento, penso che sarebbe stato meglio tenere una linea conservativa.

E la terza?
La terza mano che non mi è per niente piaciuta è stata quella finale. Avevo A5 da bottone e ho deciso di effettuare il più standard degli shove, visto che ero rimasto con 4,2 milioni su bui 150.000/300.000 ed un piatto che con le ante era già di 800.000. Quello è uno spot dove si può shovare tranquillamente any 2 cards, ma in quel frangente non ho tenuto conto che sul big blind c’era il giocatore passivo che ho menzionato prima, il quale non si sarebbe mai inventato niente in quel momento.
La scelta migliore sarebbe stata openraisare x2 per poi foldare.

Invece ora siamo qui, a commentare quella che rimane comunque una grande impresa anche se il pensiero di avere un personaggio come Sergio tra i November Nine è un rimpianto già per noi cronisti ed appassionati, figurarsi per lui.

Dopo il relax con famiglia e bimbo, la tua caccia ai grandi traguardi come riprenderà?
Ho intenzione di giocare tutti i main event dell’EPT e dell’IPT, più qualche altro torneo come le WSOP Europa al quale non ho mai preso parte finora.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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