Sofia Lövgren è una delle giocatrici più note in circolazione e nonostante i 25 anni di età può già vantare un’esperienza importante tanto nel poker live quanto in quello online. Dopo le WSOP ha deciso di tornare a Las Vegas per grindare il cash game e, a giudicare dalle immagini postate su Facebook, pare che la trasferta le sia andata benissimo. Abbiamo contattato la professionista svedese per scoprire com’è andata realmente e per sapere qualcosa in più sul suo conto e sulla sua carriera.
Ciao Sofia e benvenuta su Assopoker. So che stai giocando un sacco di cash game dal vivo ultimamente e ho visto alcune foto impressionanti dei tuoi monster stack… Sembra proprio che tu stia vincendo bene! È così?
Sì, il cash game a Las Vegas è andato benissimo quest’estate. Ho grindato il 2$/5$ deepstack e il 5$/10$, principalmente al Venetian e all’Aria. Recentemente ho iniziato a giocare dal vivo anche al Borgata e a Miami, nuovamente con ottimi risultati. Non gioco i nosebleed e ovviamente i pot non sono enormi, ma comunque qualche piatto da 4.000$ l’ho giocato quando ero deep.

C’è qualche mano in particolare che ti è rimasta impressa?
Una in particolare. Ero seduta al 5$/10$ con straddle 20$. Apro a 70$ con K-Q da middle position. Un signore cinese chiama e chiama anche lo small blind. Il flop è 2-5-7 con due carte suited. Faccio c-bet a 110$ e il cinese chiama. A quel punto lo metto su una middle pair o su un draw. Il turn è un 10, che è una buona carta per me, così decido di continuare a puntare, in questo caso 275$, e lui chiama di nuovo. Il river è un 6 e stavolta punto forte, 700$, per rappresentare una overpair o un set. Lui va in the tank e quando inizia a radunare le sue chips per chiamare, gli chiedo: “Hai una coppia di otto?” Lui incomincia a fissarmi e sembra quasi infastidito, poi controlla le carte e folda 8-8 mostrandole…. Non male.
Il fatto che tu sia una ragazza giovane che gioca a poker per vivere ha qualche effetto particolare sui tuoi avversari? Ad esempio, senti che giochino diversamente contro di te oppure che siano infastiditi quando li batti?
Sì, assolutamente. Molti giocatori credono che io abbia sempre il nuts quando rilancio, quindi riesco a vincere molti piatti in bluff. Raramente mostro i miei bluff ma sono consapevole di quanto i miei avversari siano frustrati quando lo faccio.
Torniamo un attimo a Las Vegas: c’è un motivo particolare per cui hai scelto di andarci in questo periodo dell’anno? Pensi che il field sia più facile ora rispetto a quando ci sono le WSOP?
Le partite sono ottime a Vegas durante le WSOP e mi è piaciuto talmente tanto giocare quest’estate che ho prenotato un volo per tornarci appena quattro giorni dopo essere atterrata a Göteborg, dove ho passato dei bei momenti con la mia famiglia. Ho avuto fortuna a rientrare a Vegas in tempo per il weekend del Labour Day… Le partite erano davvero facili e divertenti.
Solitamente i professionisti europei non amano più di tanto Las Vegsas. Sembra che a te piaccia veramente tanto! Perché Vegas e non altre destinazioni? E non parlo solo del poker.
A Las Vegas ci sono un sacco di tavoli attivi 24 ore su 24, sette giorni su sette e trovo sempre action. Personalmente mi piace il clima secco e caldo. Inoltre ho molti amici che vivono a Las Vegas, quindi ne approfitto anche per uscire con loro. Poi ci sono un sacco di ristoranti, attrazioni naturali come il Red Rock Canyon, piscine e discoteche (anche se ho deciso di grindare più il poker che i party durante la mia seconda visita a Las Vegas quest’anno…).
Giochi tanto cash game ma so che sei anche una esperta torneista e recentemente hai concluso in 92° posizione nel WPT Borgata. Cosa preferisci di più e perché?
Sono sempre stata una giocatrice di cash game. È qui che ho speso la maggior parte del mio tempo ed è grazie a questa disciplina che mi guadagno da vivere. La ragione principale, all’inizio, era che studiavo al liceo e i tornei mi occupavano troppo tempo. Con il cash game online potevo giocare per ore prima di mettermi a studiare. Inoltre ha meno varianza ed è meno rischioso. Mi piacciono molto anche i tornei, quindi al giorno d’oggi cerco di fare un po’ e un po’!
Se dovessi dare un consiglio a una ragazza che vuole tentare la strada del professionismo, quale sarebbe?
Direi di incominciare con i low stakes online. Lì puoi giocare un sacco di mani e abituarti alla varianza senza provare la brutta sensazione di perdere tanti soldi. Consiglierei di salire di livello solo quando si percepisce di avere un edge sugli avversari, si ha sicurezza nel proprio gioco e il bankroll è grande a sufficienza. Per chi ha più esperienza, invece, consiglierei di passare direttamente al cash game live e di giocare i domenicali online.
Hai 25 anni eppure giochi già da moltissimo tempo. Ti piace ancora giocare a poker per vivere? Tra dieci anni ti vedi sempre ai tavoli oppure pensi che farai altro nella vita?
Sono ancora innamorata del poker, proprio come lo ero sette anni fa. Il poker è stato il mio lavoro fin da quando ho finito il liceo e per fortuna mi piace ancora giocarci. Oltre a questo, mi piace mangiare bene, viaggiare, fare sport, cercare l’avventura e uscire con i miei amici. Sono cose per le quali mi assicuro di trovare sempre un po’ di tempo. Trovo anche molto piacevole stare con la mia famiglia a Göteborg, in Svezia. Mi rendo conto di essere sempre stata molto legata a loro.
In questo momento vivo la mia vita solo sul breve periodo. Continuerò a giocare a poker finché mi piacerà e potrò guadagnarmi da vivere. Sono sempre stata interessata all’economia. Sto facendo un training in sei fasi in Business and Management e prenderò il diploma entro la fine dell’anno. Forse aprirò una mia attività un giorno.
Tra dieci anni spero di poter ancora continuare a giocare a poker in maniera professionale. Se così non dovesse essere, comunque, continuerei a giocare di tanto in tanto.