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Clash Royale League World Finals: $1 milione in palio! Che ne penserà Carlo Calenda?

Tra meno di una settimana, precisamente l’1 dicembre, a Tokyo si svolgeranno le Clash Royale League World Finals, ovvero la prima edizione delle finali mondiali del capolavoro della Supercell.

La Clash Royale League ha visto battersi 44 team da tutto il mondo, ma solo 6 sono approdati alle World Finals, uno per ciascuna area. In palio, un montepremi da fare invidia a qualsiasi torneo di poker: 1 milione di dollari. Le Clash Royale World Finals si disputeranno al Makuhari Messe di Tokyo, un centro conferenze che ospita i principali eventi a tema gaming in Giappone.

 

 

Clash Royale League World Finals: un evento globale

Durante tutto il 2018, come detto, sono stati ben 44 i team protagonisti della CRL, inclusi molte squadre già famose in ambito esport come Team Liquid, Fnatic, SK Gaming, Immortals, Cloud9, Complexity, NRG e Team SoloMid.

La realtà però è che qualcosa come 25 milioni di giocatori hanno avuto la possibilità di partecipare alla prima edizione della Clash Royale League, attraverso numerose fasi di qualificazione – anche se dopo la prima, erano rimasti già soltanto in 7.000 da 113 paesi diversi.

Alla fine del percorso di selezione, i giocatori hanno trovato ‘casa’ nei rispettivi team pro ed è cominciata la competizione vera e propria.

I 6 team finalisti

“Siamo orgogliosi e onorati di ospitare a casa nostra le prime Clash Royale League World Finals”, ha dichiarato ‘Fuchi’, giocatore del team giapponese dei Ponos Sports, uno dei sei finalisti. “Abbiamo visto gli esport mobile crescere a un ritmo incredibile qui, perciò vedere la Supercell organizzare le finali mondiali in Giappone è qualcosa di speciale per me”.

A rappresentare il Nord America ci sarà il già citato team degli Immortals, mentre per l’Europa avremo il Team Queso di ‘Soking’, uno dei migliori giocatori al mondo di Clash Royale. Per la regione Sudamericana ci proveranno i Vivo Keyd, per la Cina i Nova Esports e per l’Asia i KING-ZONE DragonX.

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Il videogioco è il medium d’elezione dei giovani

Le Clash Royale League World Finals sono solo il punto d’arrivo di un lungo percorso che, come abbiamo visto, ha coinvolto decine di milioni di persone in tutto il mondo, la maggior parte delle quali rientra nella categoria dei millennials.

Viene dunque un po’ da sorridere a ripensare alle frasi dell’ex Ministro dello Sviluppo (sic!) Carlo Calenda, che a inizio novembre aveva twittato: “Fondamentale prendersi cura di ogni ragazzo: avvio alla lettura, lingue, sport, gioco. Salvarli dai giochi elettronici e dalla solitudine culturale e esistenziale. Così si rifondano le democrazie”.

L’ex Ministro, e come lui buona parte della classe dirigente attuale – e di riflesso dell’opinione pubblica – è ancora convinta che il videogiocatore sia lo stereotipo – un po’ anni 80 – del nerd brufoloso e asociale che si chiude nella propria cameretta a ‘smanettare’, lasciando il mondo fuori.

Oggi, invece, il videogioco non è solo un passatempo elettronico, è un medium a 360°, di gran lunga il preferito dai giovani; uno strumento attraverso il quale si divertono, ma al contempo imparano e soprattutto socializzano, confrontandosi con pari età di lingue e culture diverse.

Con buona pace di Calenda e di chi, come lui, vede nei “giochi elettronici una delle cause dell’incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento”.

 

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