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La struttura, il vero patrimonio di un torneo di poker. Ma in quanti la guardano?

C’è un’espressione un po’ forte, che però rende molto bene l’idea su quanto è successo nello scorso weekend al Casinò di Campione d’Italia:“gettare le perle ai porci”.

Campione e le “perle ai porci”

Nessuno si senta offeso, anche perchè l’origine dell’espressione è addirittura evangelica (Matteo, VII, 6). In questo caso, le perle sarebbero un torneo di poker dalla struttura molto bella a fronte di un buy-in ridotto. I “porci” sono invece quella parte di pubblico pokeristico che si lamenta spesso della mancanza di strutture giocabili, ma poi le diserta.

Parliamo del National 60.000€ garantiti, nuovo format ideato dal Campione Poker Team di Andrea Bettelli. Con un buy-in di “solo” 130€, il torneo forniva uno stack di 25.000 fiches e livelli progressivi: 45 minuti per ciascuno dei 4 day 1, e ben 60 minuti dal day 2 fino al termine. Chiunque frequenti il mondo del poker live da un po’ di tempo capisce subito che si tratta di una struttura davvero rara, per questa fascia di buy-in.

In genere, infatti, i tornei proposti dal mercato sotto i 3-400€ sono veri e propri turbo, o comunque eventi che hanno una giocabilità molto limitata e che spesso, nelle fasi decisive, somigliano a delle lotterie proprio per via delle strutture che non reggono.

Il National 60k, occasione persa?

Qui invece c’era tutto per far divertire il giocatore fino in fondo e senza spese folli. Tuttavia, in quattro day 1 si sono avute “appena” 457 iscrizioni, per un overlay di circa 15mila euro. Probabilmente l’errore del team di Bettelli è stato quello di non proporre un ulteriore day 1 al sabato, prolungando il torneo fino al lunedì. In tal modo, un buon numero di appassionati che dal lunedì al venerdì sono impegnati al lavoro, avrebbe probabilmente deciso di prendere parte a questo bell’evento.

Così non è stato, con ormai consueto codazzo di polemiche sui social. Bettelli ha ammesso la defaillance, promettendo però che riproporrà comunque questo format in cui crede molto, anche se magari con un garantito rivisto e qualche dettaglio corretto.

Per maggior correttezza, va precisato che la mia critica è rivolta in questo caso all’utenza potenziale di un evento del genere, quindi ai giocatori del nord Italia, in particolare della Lombardia e di qualunque altra località che permetta di raggiungere Campione con relativa facilità. Per ovvie ragioni di costi da sostenere in rapporto al potenziale profitto della trasferta, sono esclusi da qualsiasi critica tutti i giocatori residenti nel centro-sud dell’Italia.

La struttura, vera qualità di un torneo

Rimane però un problema che è anche culturale. In un torneo di poker la struttura è un parametro fondamentale, assolutamente decisivo per determinare la qualità del prodotto offerto. L’esperienza di gioco dipende infatti in gran parte dalla struttura, ed è normale che eventi più costosi abbiano strutture mediamente migliori. Ma tutto dipende molto anche dal grado di consapevolezza dell’utente finale e da quanto esso sia in grado di apprezzarla, la qualità.

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La rozzezza del pokerista medio

Sì, diciamolo con chiarezza: la gran parte degli avventori a un torneo di poker, oggi, la struttura non la guarda neanche. Guardano il montepremi garantito, guardano l’ammontare del primo premio, e basta. Potresti anche proporre una struttura che dal 50/100 salta direttamente al 500/1000 e il giocatore medio non se ne accorgerebbe neanche, se c’è un bel garantito a solleticargli la voglia.

Questa “rozzezza” del pokerista medio produce danni notevoli, perché induce gli organizzatori ad adeguarsi in qualche modo alle tendenze del mercato, anche se sono poco sensate.

Il paradosso di Antonio Conte

Perché è facile dire che “con 10 euro non si mangia in un ristorante da 100”, ma la verità è che Antonio Conte si sbagliava. Anzi, questa sua frase rimasta celebre è indicativa proprio di un’attitudine – italiana ma non solo – a svilire la qualità, identificandola solo con il suo prezzo.

Pur rimanendo un tecnico di livello mondiale, che ha vinto e vince molto, su questo argomento Conte è stato almeno parzialmente smentito. Perché se è vero che avere dei budget importanti rende meno difficile la via del successo, questo si può raggiungere anche con portafogli meno pesanti di soldi, ma più pieni di idee e lungimiranza (si pensi al Monaco, ad esempio).

Antonio Conte

Un altro poker è possibile

Tornando al nostro poker, il “National 60k” di Campione d’Italia ha comunque dimostrato qualcosa: un altro poker è possibile. Un poker senza assilli di grandi cifre, ma che faccia da valore aggiunto in un mercato che ha un po’ smarrito la bussola. Bettelli aveva già testato quest’ottica “un occhio al mercato, uno alla qualità” nel corso dell’ultimo WSOP Circuit, con il pienone nell’event #1 e ranghi ridotti in un Main Event di alto profilo, proposto in formula freezeout pura.

L’invito è dunque a proseguire su questa strada, che domenica scorsa ha premiato un giocatore bravo e simpatico come Roberto “babbai” Mazzaferro. A lui è infatti andata la prima moneta di 12.550€, a cui va aggiunto un ticket per IPO 25 (550€ il valore) che era peraltro previsto per tutti i primi 5 classificati.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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