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Daniel Negreanu: “Il Player of the Year non dev’essere alla portata di tutti. Per le persone comuni c’è il Colossus”

È un Daniel Negreanu polemico quello che ha parlato ai microfoni di Pokerlistings.com durante il Pokerstars Championship di Barcellona. Il campione canadese ha infatti avuto modo di ribadire per la seconda volta che non giocherà alle WSOP 2018 se non sarà cambiato radicalmente il sistema di assegnazione dei punti del Player of the Year.

Come avevamo già riportato, Kid Poker si era infuriato perché riteneva di meritare il terzo titolo di Player of the Year delle ultime WSOP grazie agli 11 ITM messi a segno, soprattutto negli high roller da $10.000. Invece nella classifica finale si è ritrovato dietro a professionisti sconosciuti e al suo nemico storico Chris Ferguson.

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Kid Poker: “Il POY è un sistema ingiusto”

Il motivo è legato al sistema di assegnazione dei punti, che da quest’anno premia soprattutto il ROI e il numero di piazzamento a premio. Grazie ai 17 ITM e ai due final table raggiunti, Chris Ferguson ha chiuso la classifica in prima posizione, garantendosi la partecipazione gratuita al Main Event WSOPE (dove riprenderà la race per il titolo di POY).

Daniel ritiene che il sistema sia profondamente ingiusto, e non si fa problemi a dirlo.

“Qua non c’entra niente Chris Ferguson. Chi vince, vince”, ha dichiarato il team pro di Pokerstars. “Sicuramente lui non è stato il migliore delle World Series quest’anno. Non ha fatto così bene. Il sistema di assegnazione dei punti è sbagliato. Si basa solo sui numeri di un giocatore e non sui buy-in e la qualità del field. Prendendo in considerazione il ROI, puoi chiudere l’estate in negativo ma vincere il titolo”.

WSOP 2017 Chris Ferguson
Chris Ferguson

Negreanu assente alle WSOP 2018?

Considerando che la prima lamentela pubblica non aveva funzionato, Negreanu ribadisce la sua minaccia.

“Se non miglioreranno l’assegnazione dei punti o non torneranno a quello vecchio, smetterò di giocare le WSOP. E questo significa perdere tante altre persone oltre a me. Se non cambia niente, alle WSOP 2018 giocherò solo il Poker Players Championship da $50.000 e il Main Event. Non grinderò più come ho fatto in questi anni”.

Il Player of the Year non dev’essere alla portata di chiunque

Interrogato sul motivo per cui ha preso così a cuore la questione, Daniel fa intendere di essere in una fase della sua vita e della sua carriera nella quale i soldi non contano più molto.

Lo aveva già detto in precedenza: considerando gli oltre 34 milioni di dollari incassati nei tornei live e la ricca sponsorizzazione di Pokerstars, per lui il poker è diventato una questione di gloria. E vincere il terzo titolo di POY lo farebbe entrare ulteriormente nella storia di questo gioco.

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Qui, però, il discorso di Kid Poker diventa un po’ controverso. Questo nuovo sistema permette anche ai grinder low stakes di sognare di vincere il titolo di POY, una circostanza che Negreanu non accetta.

“Non ho intenzione di mettermi a giocare i tornei di PLO da $565 per diventare Player of the Year. La gente dice che deve essere un premio alla portata di tutti? Io dico che non tutto deve essere alla portata di tutti. Ci sono già abbastanza eventi come il Colossus per le persone comuni“.

Daniel è consapevole che le sue parole faranno infuriare molti, ma conclude il suo ragionamento.

“È davvero così sbagliata una competizione prestigiosa, che richieda una programmazione completa, high roller inclusi? È davvero sbagliato? Io non lo penso. Può sembrare elitario ma non lo è“.

Le lamentele di Negreanu funzioneranno? Lo scopriremo solo il prossimo anno, quando le WSOP presenteranno il nuovo programma.

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