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Marco Bognanni esempio di roll management: “niente Main Event”. Ma tutti vogliono le sue quote e forse…

In un periodo in cui ci si è abituati a sentire parlare di scammer, truffe, gente che sparisce coi soldi, player che fanno carte false per giocare, l’esempio di Marco Bognanni diventa qualcosa di prezioso, quasi da insegnare nelle scuole.

Il pro piacentino ha infatti annunciato che non giocherà il WSOP Main Event, per non tradire le rigide regole di bankroll management che si è imposto da un po’ di tempo a questa parte. Per uno abituato a questi livelli da anni (ricordiamo ancora quando chiuse top ten nel day 2C) si tratta di un ridimensionamento sicuramente non semplice, ma dovuto. La difficoltà a digerire la regola autoimposta diventa poi ancora più dura, se si pensa che in questi giorni Marco è ancora a Las Vegas. Semplicemente, una volta provata senza successo la strada di un satellite, ha scelto di non prendere in considerazione una spesa al momento fuori dalla portata. Ecco il suo post su Facebook

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Incuriosito e ammirato da questa dimostrazione di disciplina, cerco “magic box” quando a Vegas era ormai notte fonda. Disponibile come sempre, Marco risponde volentieri.

Complimenti per il tuo “coming out”, che oggi fa davvero rumore anche se dovrebbe essere qualcosa di abbastanza normale. Ma quanto è difficile dover rinunciare?
Grazie dei complimenti, ma credo di aver fatto quel che dovrebbe fare qualsiasi professionista che ha avuto la fortuna di fare della sua passione un lavoro. È dura rinunciare ti dico la verità, soprattutto se si è qua a Vegas e si respira l’atmosfera del Main Event. Ma ormai non faccio più eccezioni, ho trovato la mia dimensione.

E quale è, questa dimensione?
Ho iniziato la mia carriera vincendo diversi Satelliti per IPT ed EPT, poi ho avuto la fortuna di avere uno sponsor che mi pagava i tornei. Ora non ho la minima intenzione di avere questo tipo di oscillazioni solo per goliardia o speranza di successo.

Quale è la tua attuale regola di roll management?
Come regola attuale non ho qualcosa di testato matematicamente. Diciamo che è una sorta di adattamento alla mia esperienza di live che ormai dura da 6 anni. Ho capito che giocare live non ha nessun tipo di meritocrazia sul breve periodo. I tornei che faccio online in una settimana (circa 240) potrei impiegarci 20 anni o più per farli live….

Marco Bognanni, qui al WSOP Main Event 2012 (dove giunse 566°)
Marco Bognanni, qui al WSOP Main Event 2012 (dove giunse 566°)

Non ha senso provare la sorte in tutti gli EPT o le WSOP solo per dire “ce l’ho fatta”. Io sto bene con me stesso se mi creo la mia stabilità, una mia situazione privilegiata, sperando presto ad una famiglia e dei figli, a casa mia o magari in giro per il mondo ma in questi argomenti il “dove” ha davvero poca importanza.
Se proprio devo dirti delle cifre, penso sia EV+ giocare tutti i tornei fino a mille € di buy-in, con delle eccezioni per qualche 2mila, come le FPS o prima gli IPT.

Hai ricevuto una pioggia di apprezzamenti. Ma insieme a questi sono sicuramente piovute anche richieste di colleghi che ti stimano e che comprerebbe volentieri quote per vederti in azione. E’ così?
Sì, contemporaneamente agli apprezzamenti e alle tue domande sono felicemente sorpreso dai diversi messaggi di “disapprovazione” per la mia assenza nel Main Event, in primis da Sammartino, ma poi anche Fiore, Treccarichi, Curcio e altri amici mi vogliono convincere a giocarlo, tramite le loro quote.

Così potresti ripensarci? E a quali condizioni?
Per me anche spendere 5k giocando al 50% sarebbe sbagliato, perciò proprio Dario mi ha suggerito di vendere le quote maggiorate. In effetti, questa sarebbe l’unica condizione per la quale io potrei giocare il Main Event.

bognanniIn cosa si traduce tutto ciò?
Abbiamo stabilito la vendita ad 1.3 (esempio: il 10% costerebbe 1.300$ anzichè 1.000) e subito diversi giocatori si sono fatti avanti.

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Fa piacere tutta questa stima!
In realtà, per molti, la bravura del giocatore passa in secondo piano. Quello che cercano di fare – e che ha molto senso – è solo avere piu pedine possibili per mantenere viva la speranza di “fare risultato”.

Quindi ci stai ripensando?
Davvero difficile non accettare a queste condizioni: pagando 2.000 dollari potrei giocare questo Main Event al 40%. Un vero affare!!

Hai già deciso di tornare sui tuoi passi, allora?
La notte porterà consiglio, domattina colazione alle 10 e se sarò abbastanza concentrato per giocare accetterò le quote.

Dì la verità: l’hai fatto apposta per attirarti tutte queste offerte…
(ride di gusto) Ahahaha, ho pubblicato il post perché in molti mi chiedevano come stesse andando la mia trasferta e quando avrei giocato il Main Event, così volevo rendere pubblica la mia decisione. Poi certo, se fosse arrivato il riccone di turno che avesse voluto sponsorizzarmi l’avrei accolto a braccia aperte…

Ma poi scusa, non era più semplice chiedere soldi in giro, giocare e poi sparire? Si dice che vada molto di moda, ultimamente…
Sparire nel poker ha più o meno la stessa frequenza di un call in Italia e di un raise in Svezia. Ogni giorno sentiamo storie strane che coinvolgono anche personaggi piuttosto conosciuti, questo perché quasi tutti sono gambler e puntano alla cima della piramide senza averne prima costruito le fondamenta.

Che alla fine giochi o meno, raccontare l’atteggiamento con cui Marco Bognanni affronta oggi il poker era doveroso.
Ed è proprio il caso di dirlo: comunque vada, sarà un successo.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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