La scorsa estate, proponendovi un’intervista del ministro Ignazio La Russa, vi avevamo parlato dell’intenzione da parte dell’attuale governo di ampliare l’offerta dei casinò sul suolo italico. I casinò italiani sono infatti pochi e dislocati in modo disagevole per molti abitanti della Penisola, che sono così costretti molto spesso a sobbarcarsi lunghi viaggi per frequentarli. O ad evitarli del tutto.
Adesso, il ministro con delega al Turismo, Michela Brambilla, propone di aprire nuove case da gioco negli alberghi a cinque stelle, un’ipotesi che pare riscuotere un certo credito, almeno stando alle dichiarazioni dell’onorevole Davico, sottosegretario all’Interno: “Stiamo valutando la proposta da un punto di vista tecnico e normativo. Si tratta di qualcosa di serio a cui sarà prestata la massima attenzione e le risposte che ne verranno saranno altrettanto serie”.
“Al momento – precisa – non siamo né favorevoli né contrari, vi sono una serie di questioni da risolvere. Ad esempio, è possibile che in uno stesso comune vi siano più alberghi a cinque stelle, in quel caso si deve capire se possa essere data facoltà a tutti di aprire un casinò oppure no”.
Una materia complessa, perché tocca le competenze del ministero dell’Interno, del Turismo e dell’Economia. Al momento si sta quindi vagliando uno studio di fattibilità che possa anticipare gli eventuali problemi connessi a una tale iniziativa e si proponga di risolverli.
Di certo lo Stato ha tutto l’interesse, in termini di introiti fiscali, a far sì che una simile iniziativa giunga a buon termine, e naturalmente questo offrirebbe una possibilità ulteriore ai giocatori, che ad oggi vedono il futuro del gioco del Texas Hold’em live compromesso, incerto quando non addirittura fosco.
E’ pur vero che una simile legge è attesa da molti anni, e ancora niente è stato fatto concretamente: vedremo se questo nuovo impulso potrà essere finalmente risolutivo o si tradurrà – come troppo spesso succede – in un sostanziale nulla di fatto.
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