Con la nazionale calcistica avida di soddisfazioni in questa estate 2010, vediamo come se la stanno cavando i colori azzurri ai mondiali di poker, le WSOP.
A guidare la truppa c’è un trittico di Paesi virtualmente irraggiungibili, come Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna nell’ordine, che assieme hanno conquistato 29 dei 33 braccialetti assegnati fino ad ora, e che naturalmente possono vantare anche la maggior parte di denaro raccolto a queste WSOP, ben 55 milioni di dollari sui 63 milioni distribuiti fino ad adesso nei vari payout.
Tuttavia, fra le varie nazioni ancora a digiuno di successi l’Italia tutto sommato si sta ben difendendo. Nazioni come Francia e Germania hanno fin qui saputo fare molto meglio di noi, tanto come numero di piazzamenti in the money che conseguentemente come montepremi conquistato, ma d’altra parte questo è un valore poco significativo, dal momento che non conosciamo il numero dei partecipanti per ciascun Paese.
Quel che è certo, è che finora l’Italia ha saputo finire a premio per 26 volte – stando alle statistiche emerse sul sito ufficiale delle WSOP – guadagnando così 330.000 dollari, meglio di quanto sono riuscite a fare ad esempio Olanda o Australia, ma anche di molti Paesi scandinavi come Danimarca, Norvegia e Finlandia che pure possono annoverare tra le loro fila giocatori di fama mondiale come Peter Eastgate, Annette Obrestad e Patrik Antonius.
Tuttavia, al computo italiano è necessario sottrarre quanto fatto da Jeff Lisandro, che nonostante sia considerato in tutto il mondo australiano per le statistiche risulta nostro connazionale a causa delle sue origini salernitane.
Nonostante questo, l’Italia mantiene comunque 24 in the money e circa 310.000 dollari in vincite, dato che ci consente al momento di figurare come undicesimi in termini di guadagno e settimi considerando il numero di piazzamenti a premio, questo sulle quarantasei nazioni che al momento sono riuscite a piazzare almeno un loro rappresentante ITM.
Curioso il caso della Nuova Zelanda, che può contare un solo in the money, il primo posto di Simon Watt che tanto è costato a Tom “durrrr” Dwan: in questa estate di mondiali, i “kiwi” sembrano voler insistere a darci dei dispiaceri…