L'alimentazione gioca un ruolo cruciale nelle performance al tavolo verde. 'Mens sana in corpore sano': già i romani vedevano uno stretto legame tra salute fisica e attività mentale.
Oggi non sono pochi i pokeristi per cui la vittoria in un torneo di poker passa in primo luogo dall'alimentazione. Vediamo le abitudini alimentari durante i tornei di Phil Hellmuth e Daniel Nergraenu.
In questo Articolo:
Che cibo portare a un torneo di poker
Sia Hellmuth che Negreanu hanno ben chiari i cibi che portano con sè all'inizio di un torneo di poker.
"Sto seguendo una dieta chetogenica quindi porto dei dolcetti chetogenici per seguire un regime alimentare con pochi carboidrati - dice Hellmuth.
Per Negreanu è invece fondamentale l'apporto proteico:
"Siccome sono vegano quando viaggio non ho molte opzioni per quanto riguarda le proteine, quindi porto con me delle barrette proteiche con zero calorie. Porto anche polvere proteica da preparare con farina d'avena e soia essiccata. Anche degli snack, ma la cosa più importante sono le proteine, che sono la cosa che mi sazia di più. Così mi sento più pieno e posso rimanere in pista."
A torneo in corso
Le cose possono cambiare durante l'azione al tavolo. A seconda dell'evolversi della situazione, ci può essere un cibo in particolare che dia una sterzata?
"Premo un sacco di bottoni! - dice Hellmuth - nella app di Amazon. Nei tornei si verifica una folle corsa al cibo durante le pause quindi a volte mi faccio consegnare il cibo a domicilio. A volte ordino due pasti in modo da averne uno da parte da tenere al tavolo a portata".
Per Negreanu, dopo una brutta esperienza vissuta a Barcellona, la parola chiave è oggi pianificazione:
"Qualche anno fa ero a Barcellona e non riuscivo a trovare del cibo, ero affamato, tiltato e sentivo tutte quelle cose che senti quando credi di essere vittima delle circostanze. Ho fatto un corso sulla intelligenza emotiva e ho pensato a tutte quelle situazioni in cui posso essere responsabile. Avrei potuto di sicuro fare qualche telefonata per cercare delle opzioni vegane e avrei potuto anche organizzarmi con l'albergo. Quella lezione è servita. Oggi pianifico tutto prima, coordinandomi con gli alberghi o grazie a una app chiamata 'HappyCow' (mucca felice, ndr)."
Cibi che aiutano a restare concentrati
Ogni giocatore ha un cibo che brama durante un torneo di poker. Scegliere di mettere sotto i denti qualcosa di buono che faccia mantenere la bussola al tavolo, e allo stesso tempo dia soddisfazione, non è così difficile.
"Cambia molto - dice Negreanu - ma di solito può essere qualcosa di semplice come una tazza di cioccolato al burro di arachidi, o della pizza. Sì, direi pizza e cioccolato."
"I cibi che riempiono per me sono i migliori - spiega invece Hellmuth - Qualcuno consiglia di restare leggeri ma io preferisco riempirmi lo stomaco ogni giorno della settimana perché quando gioco a poker brucio tonnellate di calorie".
Nelle pause
Per rifocillarsi durante le pause Phil Hellmuth ha perfezionato negli anni un piano d'azione 'ad hoc':
"Mi preparo un programma prima delle pause. A volte evito di giocare l'ultima mano per uscire per primo dalla sala ed evitare le file che si creano per il cibo. Giocare quando sono affamato può essere un grande problema per me. Quando muoio di fame mi sembra di non essere fortunato. Se la vedi con occhio scientifico, ha senso dire che al tavolo verde da affamati si prendono cattive decisioni. Per me funziona così di sicuro: ho buttato alle ortiche tanti tornei perché ero affamato".
In trasferta
A parlare di abitudini alimentari durante le lunghe trasferte è invece Daniel Negreanu, che riconosce di dover fare di necessità virtù.
"Vivo tra gli estremi. Quando sono a casa scrivo tutto su un foglio di calcolo. Creo 4-6 giorni di programmi via email. Mi alzo e inizio. Quando arrivo al lunedì ho tutto già programmato e non ho niente a cui devo pensare. Ci sono studi sulle persone di successo che evitano lo stress delle decisioni. Quando le cose vengono col pilota automatico, ecco, lì sono a casa."
Quando è in viaggio però Kid Poker sa di andare incontro a un regime alimentare 'a più alta varianza' e mette in conto delle settimane di recupero al termine delle trasferte.
"Quando sono per strada spesso mi lascio andare al flow. I giorni prima di andare a giocare delle Series mangio in modo ultra-salutare perché già so che il mio corpo in quei giorni subirà un po' uno shock dal punto di vista alimentare, ma poi tornerà in pista. Per tante persone questa prospettiva fa paura ma io so di poter tornare in forma nel giro di 6-8 settimane. E' stereotipato quindi ogni volta che ho bisogno posso avere nella tasca posteriore dei pantaloni."