A giudicare dalla cronaca che lo riguarda, sembra impossibile che un giocatore come Chris Moorman possa attraversare momenti difficili ai tavoli da poker, eppure l'inglese ha confessato che lo scorso anno ha vissuto uno dei momenti più duri della propria carriera.
"Sono stato costretto a smettere di finanziare altri giocatori prima delle WSOP, avevo preso diverse cattive decisioni ed il mio bankroll aveva subito un duro colpo - ha ammesso su CardPlayer.com - per questo sono stato costretto a giocare livelli più bassi, ed a concentrarmi sul poker online, rimandando il lusso dei tornei dal vivo a periodi più favorevoli".
Questo lo ha ben presto portato ad una situazione emotiva non certo ideale, che lo ha spinto ad agire per migliorare la situazione: "Fino ad allora giocavo per divertirmi e girare il mondo, adesso lo stavo facendo per guadagnare denaro e mi sentivo invidioso di coloro che invece potevano ancora permetterselo, e che magari vincevano nonostante li considerassi peggiori giocatori rispetto a me".
Ben deciso ad uscire da questa insidiosa spirale di negatività che stava influendo anche sul suo gioco, ha così deciso di parlarne con Stephen Simpson, una sorta di "mental coach" inglese suggeritogli da un amico: "Ho parlato con lui di diverse cose, non soltanto relative al gioco, e mi ha ricordato l'importanza non soltanto di concentrarsi sul poker quando ero in sessione, ma anche di lavorare su me stesso come persona ponendomi costantemente degli obiettivi, e mi sono reso conto di quanto questi due aspetti siano davvero correlati fra loro".
Moorman infatti ammette di essere sempre stato una persona particolarmente competitiva, e per quanto questo sia indispensabile per un giocatore non nasconde che a volte questo possa essere controproducente: "Alle scorse WSOP ho dovuto rinunciare a molti tornei per via di problemi col mio passaporto, e così quando mi sono presentato a Las Vegas avevo così tanta voglia di vincere che cercavo di farlo direttamente al day 1, e così i risultati non sono arrivati".
A suo avviso a volte un professionista può trasformarsi nel peggior nemico di se stesso, assumendo un atteggiamento negativo nei confronti del gioco e degli altri che rischia di innescare soltanto circoli viziosi fatti di frustrazioni e periodi di magra: "E' importante essere positivi e circondarsi di persone che lo siano altrettanto, cercando di vivere quello che di negativo può capitare come temporaneo e risolvibile. La vera natura di un giocatore emerge quando perde, e non importa quanto tu sia bravo, prima o poi quei momenti arriveranno". Perfino quando ti chiami Chris Moorman.