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Andrea Shehadeh

EPT Praga - Andrea Shehadeh: "Dio benedica lo shot clock!"

"Io vorrei davvero lo shot clock in tutti i tornei, si giocano almeno 10 mani in più a livello, il gioco è più dinamico e si evitano tank senza senso".

E' un Andrea Shehadeh che ha un'opinione ben chiara sullo shot clock da 30 secondi introdotto in questo EPT Praga solamente al Day 3 del Main Event.

"Da un lato  - prosegue - ci sta per gli amatori che vengono a gustarsi l'atmosfera magari 1 volta nella vita, è giusto che si conceda il tempo per vivere ogni mano al meglio. Ma per quel che riguarda il gioco non c'è dubbio che lo shot clock diventa oggi pressoché necessario. In questo evento mi sarebbe piaciuto vederlo inserito già a 20-30 dalla bolla, anche perché ho assistito a delle scene discretamente imbarazzanti".

Che sia il sit'n'go tra amici o il torneo più prestigioso del mondo, quando si arriva a ridosso della bolla siamo tutti uguali.

"In passato è capitato anche a me di tankare qualche secondo in più ma non credo di aver mai esagerato. Qui ho visto persone che a 10 dalla bolla si prendevano 2-3 minuti preflop prima di foldare. Penso sia contro lo spirito del gioco".

Questo Main Event EPT prevede dunque 5 time bank extra da 30 secondi l'uno, per ogni giorno a partire da oggi.

"Ma non sono cumulabili - sottolinea Andrea -. Io oggi (nel day 3, ndr) me ne sono già giocati 4, nelle uniche mani che meritavano una riflessione un minimo più ponderata".

Il concetto di fondo è pienamente condivisibile:

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"Fatta eccezione per mani particolarmente contorte, che capitano una volta su 1000, quando arriviamo al river tendenzialmente saremo già indirizzati verso una decisione piuttosto che un'altra.

E' chiaro che se ci stiamo giocando la tournament life 30 secondi sono pochini ed è giusto avere un po' di timebank extra. Ad ogni modo penso che oltre i 2 minuti di riflessione sia sempre overthinking.

Non siamo dei solver e non sempre siamo in grado di elaborare la risposta corretta. Ma ma in base alla nostra esperienza, unita talvolta alle nostre sensazioni, dobbiamo effettuare un rapido conto delle combo avversarie e decidere cosa fare senza rimuginarci troppo su".


Intervista a cura del nostro inviato a Praga, Davide De Luca
In copertina Andrea Shehadeh, Photo courtesy of Pokernews

Malato di ogni sport che abbia una palla, "skill-gambler", comunicatore seriale e, ahivoi, giornalista a tutti gli effetti. Amo la menta, un po' meno la Juve. Scrivo di poker da 10 anni. In sostanza, drawing dead.
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