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Mindset Poker Psicologia

Giocare a poker senza paura: il primo problema da risolvere

Giocare a poker senza paura. Da quando il poker del nuovo millennio ha trasformato e stravolto le abitudini dei giocatori più skillati passando dal Limit al No Limit, i meno pratici del giochino hanno cominciato a capire tardi che con questo passaggio la pressione si amplifica all’infinito, visto che ogni mano può essere quella fatale fin dall’inizio del vostro torneo.

Giocare a poker senza paura

Il problema più grosso di questa tipologia di gioco è che da quelle piccole regoline che si devono utilizzare per corroborare il proprio stack, quella che devi vincere i piatti grossi, è fondamentale.

Giocare piatti che possono mettere a repentaglio una buona porzione o addirittura tutto il vostro stack, deve entrare nel DNA di ogni buon giocatore, ma qui, oltre alla tecnica e alla strategia devono ovviamente far parte del bagaglio di un player che mira a fare del giochino un’entrata fissa e soddisfacente, occorre fare i conti con i nostri fantasmi.

La paura prima di tutto.

La prima regola che fa capo invece a questo piccolo ma significativo macigno che chi ne soffre, si porta dietro, è quella non scritta ma di cui sentirete parlare dai migliori: “chi ha paura non può giocare a poker”.

Non è precisamente un fatto di vincere o perdere nel lungo periodo, è che anche nelle situazioni in cui nel medio termine riuscirai a o ottenere un ROI sufficiente, se hai giocato impaurito, avrai certamente perso per strada porzioni intere di valore che ti mancheranno e maledirai quando le cose non andranno per il meglio. E succederà, purtroppo per noi.

I vantaggi dei paurosi

Proprio il fatto che i giocatori più tight, per cui quelli che giocano un numero di mani molto ridotto e comunque quasi sempre per valore, ci porta a pensare al motivo per il quale saranno spesso a premio, ma la capacità di partecipare alla distribuzione degli emolumenti più cospicui con una certa continuità è riservata a quei giocatori che osano un pochino di più quando è il momento di cambiare marcia, a pochi passi dal final table per intenderci.

La debolezza di chi palesa paura ad un tavolo da poker è inoltre facilmente verificabile dai tuoi avversari, basterà vedere le tue frequenze di partecipazione alle mani, oppure agli showdown, per fare una rapida radiografia al tuo modo di giocare.

Questo non significa che sia legittimo buttarsi a capofitto su ogni piatto prendendo decisioni che metteranno in serio pericolo il nostro stack, anzi, spesso i giocatori più aggressivi e coraggiosi, se sono dei buoni giocatori, hanno il fold molto più facile di quanto si pensi.

È la qualità dei piatti a fare la differenza: giocare un grosso piatto con combo che fanno parte di range ampi, è molto diverso rispetto a quando giocheremo molto chiusi e saremo invischiati in pot decisvi. I nostri avversari sanno che stanno fronteggiando una monster hand e il risultato finale sarà spesso non proporzionato alla vincita di un giocatore che giocherà un monster pot con un poco leggibile suited connector… Al netto, naturalmente, di cooler di varia natura.

Rischio/profitto

L’analisi del rapporto tra rischi e benefici, si studia in economia e, anche se esistono formule matematiche che spiegano come prendere le decisioni migliori, non esiste alcuna formula matematica che misuri la nostra paura al tavolo.

Il profitto si cela di frequente dietro un grande rischio e il rischio, a sua volta, implica il coraggio che o si ha innato, oppure bisogna pazientemente costruire.

La gestione del bankroll ha ovviamente un ruolo decisivo rispetto a questo enunciato: più soldi abbiamo dietro le spalle e più decisioni corrette prenderemo, senza la paura di over foldare mani insensate.

Ci sono migliaia di giocatori là fuori che prendono decisioni corrette, ma si lasciano fregare dal timore che esca un river non amichevole, oppure ancora stiamo pensando che il nostro mano abbia sempre solo una mano con la quale ci batte.

Occorre combattere con questi pensieri negativi e lo si fa solo quando le cifre che perdiamo non incidono sulla nostra real life e tiene praticamente il bankroll che dedichiamo al gioco.

I risultati dei giocatori più tight e/o comunque quelli poco coraggiosi, avrà sicuramente un andamento molto più stabile rispetto alle altalene alle quali sarà abituato un giocatore aggressivo, ma raramente otterrà delle grandi vincite o delle sconfitte pesantissime. Il problema è proprio che, se sono giocatori decenti, non vincono quello che dovrebbero vincere.

Negli ultimi anni si è comunque divulgata l’idea che chi gioca con una certa soggezione, non ha scampo ed è molto facile da battere ed è per questo motivo che essa sarà l’ultima impressione che vogliamo dare al tavolo, visto che se ci facciamo agnelli in casa dei lupi, sanno tutti che fine faremo.

Occhi aperti. E siate coraggiosi!

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".