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Giuseppe Murabito: a Las Vegas tra cash game e tornei

Le strade di Assopoker e Giuseppe Murabito, si sono incrociate spesso e abbiamo sempre notato quel tipo di predisposizione al sacrificio, misto all'umiltà e alla professionalità tipiche di chi vuole emergere in un gioco come il poker.

We did it again, con una novità: Giuseppe ha deciso di volare a Las Vegas proprio nel periodo delle World Series Of Poker e noi ci abbiamo voluto vedere chiaro.

AP: Cosa ti ha spinto a decidere di andare a Las Vegas per giocare a poker? Quali sono i tuoi obiettivi principali per questo viaggio?

GM: Per i primi 7 anni della mia carriera ho giocato quasi solo online, pensando che giocare live fosse più una perdita di tempo. Ma ho sempre sognato di visitare Las Vegas, è una tappa quasi sacra per un appassionato pokerista.
Ci sono tornei e cash game per tutte le tasche, ciò aiuta a fare esperienza e approfondire la passione e conoscenza per il gioco.

Giuseppe Murabito courtesy APT - Asian Poker Tour -

AP: Come ti stai preparando per Las Vegas? Ci sono strategie specifiche su cui stai lavorando?

GM:A differenza dei Sit Lottery, dove il gioco è frenetico, nel cash game (specie dal vivo) serve pazienza.
Lo studio è volto ad eliminare le cattive abitudini derivanti dai Sit:

  • giocare ampi range, + foldare mani marginali;
  • bluffcatch con mani medie, + investire chips quando siamo molto convinti della nostra mano.
    Bisogna allenarsi a non innamorarsi delle poche mani che riusciamo a giocare.

AP: Hai già giocato a Las Vegas in passato? Se sì, quali sono state le tue esperienze e lezioni apprese?

GM: Il gioco dal vivo ti insegna ad essere più empatico.
Oltre che cercare di essere consapevole delle tue emozioni e di come gestirle, vuoi percepire cosa sta provando il tuo avversario.
Questo ti aiuta a definire meglio il suo range, specie nei piatti piccoli dove tengono la guardia bassa.

E devi saperti creare la tua fortuna.
E' facile essere distratti nella capitale mondiale dell'intrattenimento, ma per esprimere una buona performance devi prenderti cura di mente e corpo.
Il mio primo anno a Vegas è stato un disastro, e penso che i risultati siano dipesi da abitudini non esattamente regolari.

AP: Puoi parlarci del tuo ruolo come poker coach? Quali sono gli aspetti più gratificanti e quelli più impegnativi di questo lavoro?

GM: Non c'è cosa più motivante di condividere la propria passione ed esperienza con altri forti giocatori. Lo scambio di idee è continuo, indirettamente puoi notare dove le tue intuizioni sono da raffinare.

Per questa trasferta stiamo partendo con alcuni giocatori che toccheranno il suolo di Las Vegas per la prima volta: mi sento un po' come Cicerone, inoltre vorrei che non ripetessero gli stessi errori che ho commesso io il primo anno e spero di trasmettergli al meglio queste nozioni.

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Giuseppe Murabito

AP: Quali sono i concetti chiave che cerchi di trasmettere ai tuoi studenti? E c'è qualcosa che hai imparato dai tuoi studenti che ha migliorato il tuo gioco?

GM: Lavorando principalmente con giocatori già vincenti, cerco di evidenziare l'importanza di costruire un mindset flessibile.
Qualunque sia stata la tua reazione iniziale ad una situazione avversa, la sfida sta nel riuscire a trasformare l’esperienza negativa in una produttiva - rivoltando l’avversità con resilienza.

La cosa più importante che ho imparato dai miei studenti è che non c'è una sola via per raggiungere l'obiettivo. Ognuno ha la propria via, unica a modo suo. E' fondamentale raccogliere insegnamenti da chiunque ci circonda, ma alla fine battere la propria strada.

AP: So che giocherai anche qualche torneo; quali sono le tue aspettative per i tornei a Las Vegas? C'è un torneo specifico che aspetti con particolare interesse?

GM: Adorerei vincere almeno un braccialetto in carriera. Sarebbe il coronamento di un sogno.
I tornei non saranno il mio main game, ma farò qualche evento alla ricerca di questo riconoscimento.

AP: Come ha influenzato il poker la tua vita personale e le tue relazioni? Hai trovato un equilibrio tra vita professionale e personale?

GM: Il poker è stata la miglior cosa che mi potesse capitare. Ti insegna ad essere bilanciato in ogni aspetto della vita:

  • vuoi rimanere umile, ma allo stesso tempo fiducioso nelle tue abilità;
  • vuoi evitare il fallimento, ma anche prenderti tanti rischi;
  • vuoi essere rilassato, ma allo stesso tempo allerta.

E la cosa migliore di tutte: sei libero di perseguire le tue passioni, di condividere il tempo con la gente che ami.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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