Il rientro sulle scene del poker che conta da parte di Gus Hansen, è stato accolto con molta curiosità dagli appassionati del gioco di tutto il mondo, tanto che nel corso di una manifestazione così importante come le World Series Of Poker, non sono stati pochi gli osservatori che si sono soffermati in più di un'occasione attorno al tavolo del giocatore danese.
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Le WSOP di Gus Hansen
L'amore per "The Great Dane" nasce ovviamente da lontano, quando, cioè, il poker cosiddetto moderno cominciava a prendere piede in alcune parti dell'Europa, Italia compresa.
Le nazioni scandinave e i Paesi del Nord Europa in generale, avevano fatto da apripista e i migliori giocatori, per un buon periodo di tempo, arrivavano da quei posti, la maggior parte di essi spinti da quella curiosa e per larghi tratti invidiata aggressività.
Ricordare gente come Antonius, Sahamies, Eastgate, Blom, Thor Hansen e Annette Obrestad, solo per citarne qualcuno, fa sempre bene alla memoria, ma uno come Gus Hansen, con le sue movenze, le dita sulla testa sempre rasata alla ricerca dell'illuminazione, non si dimentica, si attacca alla memoria.
Le World Series Of Poker di Hansen non sono state indimenticabili, anche se andrebbero commisurate alla mole di tornei ai quali il danese ha partecipato: due "In The Money" complessivi, tra cui il tavolo finale del Eight Game Championship da $10.000 di Buy In per un ottavo posto da $39.167 e un 71° posto al PLO High Roller da $25k per $50.211.

L'intervista a Gus Hansen
Poco prima della sua avventura WSOP, Hansen è stato intervistato da poker10.com, per voce di Arturo Patino, intervista che vi riportiamo per sommi capi.
La prima parte dell'intervista fa capo ai suoi compagni di team, per i quali sembrerebbe viva una sorta di "benedizione" secondo la quale appena si fa parte della famiglia, il nuovo acquisto vince subito un torneo.
Col senno di poi non è andata esattamente così per Hansen, che è poi passato al Main Event delle WSOP.
Quest'anno probabilmente avranno ancora più giocatori ( ottima previsione, Gus! NDR). Lì devi giocare ad un alto livello di poker per un periodo di tempo molto lungo, devi essere molto ben preparato e devi essere fortunato. Nessuno vince un torneo di questo tipo senza essere fortunato
Penso che sia importante ricordare che qualsiasi torneo a cui giochi, che si tratti di un buy-in da $10, $500 o $10.000, è comunque e sempre poker, in cui devi prendere le migliori decisioni possibili con gli strumenti che hai a portata di mano.

Hansen e la sua nuova vita
Ho un bambino piccolo, di tre anni, e questo ti cambia molto la vita. Ecco perché ho trascorso molto tempo, e continuerò a trascorrerlo, in Danimarca. Ma è arrivato anche un punto in cui ho pensato di tornare sulla scena e per farlo sono stato scelto da una delle squadre migliori e son partito da Montecarlo e dal WPT World Championship 25k.
Mi sentivo bene, ero felice. Ripensando al torneo mi sono reso conto di aver commesso degli errori, beh, siamo tutti umani... Ho anche giocato all'EPT di Monte Carlo, ho fatto due registrazioni, sono stato eliminato subito dal primo, sono stato eliminato anche dal secondo, ma in questo caso sono stato di nuovo molto contento delle decisioni che ho preso.
Nei tornei con strutture più veloci, dovrai essere eliminato molto rapidamente ed è qui che deve finire. Ancora una volta, si tratta di prendere buone decisioni, essere contenti del modo in cui ti approcci al torneo e questo, a lungo termine, è ciò che ti farà ottenere risultati.
Il mio vecchio e grande amico Stephane è a capo del Team Winamax, e a dicembre sono stato invitato a giocare uno di quei tornei e mi sono detto "Ehi, la verità è che mi sono divertito"

Gli avversari storici di Gus Hansen
Il giocatore che è più importante per te da analizzare, cash game o nei tornei, sei sempre te stesso.
Ti sei riposato? Di che umore sei? Hai litigato con tua moglie? Se riesci ad essere obiettivo riguardo a te stesso, alla fine troverai quell'equilibrio. Ok, sono pronto a dare il massimo, anche se è il decimo giorno di tornei di fila.
In virtù della domanda rispetto alla quale si fa riferimento agli avversari che giocavano contro Hansen già una ventina di anni fa e sono ancora sulla cresta dell'onda.
Uhm, avrò difficoltà a trovarne uno, perché ora quando penso a quando ho iniziato e a chi è ancora in giro, il nome che mi viene in mente è Phil Ivey. Ma ehi, Ivey è un giocatore che tutti speravamo rimanesse rilevante per l'eternità. Anche Daniel Negreanu è ancora lì, Patrik Antonius è ancora lì,... Ma nessuno di questi nomi mi sorprende davvero.
Quello che penso è che Erik Seidel sia un giocatore molto migliore di quanto la gente sia disposta a riconoscere. Prima di tutto, è molto metodico. È un ragazzo molto intelligente, molto intelligente. No, non è il tipo che si azzuffa davanti a tutti, è un assassino silenzioso. È l'opposto di Phil Hellmuth, che ama arrivare nei luoghi vestito da lmperatore. Devo dire che Phil Hellmuth è un personaggio speciale, fa spettacolo, ma è uno dei migliori a sfruttare i rivali più deboli.