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Chi è il primo italiano ad aver vinto un braccialetto alle World Series Of Poker?

Alle ultime World Series Of Poker Europe disputate a Rozvadov l’Italia del Poker ha conquistato il suo miglior risultato di sempre conquistando tre ‘braccialetti’, l’oggetto che simboleggia il titolo di campione del Mondo di poker.

Sicuramente nell’incredibile exploit ha avuto voce in capitolo la situazione pandemica, che ha tenuto numerosi giocatori statunitensi lontani da Rozvadov. Ma il feeling dei pokeristi italiani coi campionati del mondo di poker nasce da lontano… Sapete quando, esattamente?

La risposta corretta è 27 anni fa. Molto prima dei successi di Max Pescatori e Dario Minieri, infatti, a portare l’Italia sul ‘tetto pokeristico’ del Mondo fu Valter Farina.

Il 26 aprile 1995, al casinò Binion’s Horseshoe di Las Vegas, il giocatore genovese vinse l’evento WSOP Limit Seven Card Stud da 1.500$ di buy-in per una prima moneta di 144.600 dollari, oltre, va da sè, al braccialetto di campione del mondo.

 

Chi è Valter Farina

Anni dopo quella impresa, Farina venne ribattezzato ‘Il pioniere del poker italiano’. Genovese, classe 54, agli inizi dei 90’s Farina si era trasferito a Las Vegas per dedicarsi in modo professionale al poker.

Il suo habitat erano i tavoli cash game ma dal 1993 iniziò ad appassionarsi ai tornei di Seven Card Stud. L’anno dopo, nel 1994, Farina centrò i suoi primi due in the money alle World Series Of Poker. In entrambi i casi si trattava di eventi della sua variante preferita: in quello da 2.500$ di buy-in chiuse al settimo posto per 9.900$ di premio, al Seven Card Stud da $1.500 si ripetè incassando 10.170$.

Ma per ‘Il pioniere’ i tornei restarono una infatuazione momentanea, come ha anche chiarito in una recente intervista:

“Sono sempre convinto che serva tanta fortuna per vincere un torneo. Io iniziai coi tornei nel 93 a Vegas… – ha spiegato Valter – Nel mondo ci sono una decina di giocatori che sono al di sopra di tutti, ma anche loro, facendo 50 tornei l’anno, a volte stanno due o tre anni senza vincere. Questo perché nei tornei serve una fortuna particolare. Ed è per questo che preferisco il cash game”.

 

Come andò il torneo

Il giorno in cui Valter arrivò a mettere al polso il braccialetto, al casinò Binions, sulla Freemont Gallery di Las Vegas, era in programma il secondo evento di quella edizione World Series Of Poker che ne contava 25 in tutto.

L’evento di apertura, 1.500$ Limit Hold’em da 560 iscritti, era andato allo statunitense Christian Wan Hees. Al 1.500$ Seven Card Stud si iscrissero in 241 generando un montepremi di 361.500$ che sarebbe stato diviso tra i 16 giocatori a premio.

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In zona premi arrivarono diversi volti noti a iniziare da Men Nguyen, che alzò bandiera bianca in 15° posizione ma si rifece poi i giorni seguenti aggiungendo ben due braccialetti alla sua collezione (all’epoca ne aveva già vinto uno, oggi sono sette in tutto).

Valter approdò al tavolo finale concentrato come raramente gli era successo prima. Uno dopo l’altro vide cadere tutti gli avversari fino a trovarsi al testa a testa conclusivo contro lo statunitense Steve Karabinas, che alla fine si rivelò poco più di una formalità.

“Quel giorno giocai benissimo, il Seven Card Stud era la mia variante preferita dell’epoca, ma sono stato molto molto fortunato perché per vincere un torneo di quel genere serve tanta tanta fortuna – ha detto poi Valter ricordando quella giornata di gloria.

 

Cosa fa oggi Il Pioniere

Dopo quella vittoria Farina ha collezionato altri quattro piazzamenti a premio alle World Series Of Poker: uno nel 2005, due nel 2007, uno nel 2009.

Come detto, nonostante il braccialetto, quella per i tornei restò una infatuazione momentanea. Il vero amore di Valter è ancora oggi il cash game, che continua a praticare nei Caraibi dove si è trasferito da Las Vegas nel 2004.

La sua base è l’isola di Saint Maarten ma per giocare, se vale la candela, Valter si sposta anche a Guadalupa, Panama e Aruba. Di quando in quando incrocia giocatori italiani che vanno ai Tropici a godersi il sole e le partite coi turisti, come Alessio Isaia e Gaspare Triolo.

In Italia è tornato di recente insieme alla compagna per visitare Firenze, Venezia e Roma. Nessuno lo ha riconosciuto, ma non c’è da stupirsi: il giorno dopo in cui diventò campione del mondo di poker nessun quotidiano diede la notizia. A sapere che aveva portato l’Italia sul tetto del mondo erano solamente lui e i suoi amici.

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
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