Immaginate di partecipare al Main Event WSOP a soli 21 anni, e di arrivare al tavolo finale. Non vincerete, ok, ma uscendo al 7° posto vi assicurate comunque un premio di tutto rispetto: $1.525.000. Andate alla cassa e non vedete l’ora di mettere le mani sul frutto delle vostre fatiche, ma qualcosa va storto.
E avete solo voi stessi da incolpare.
In questo Articolo:
Galeotto fu lo staking
Lui è Nick Marchington, giovane pro player britannico che sarebbe diventato il campione del mondo più giovane di sempre, se il suo final table al Main Event WSOP non si fosse interrotto come detto in 7° posizione.
L’impossibilità di ritirare quel milione e mezzo abbondante nasce da una causa intentata da David Yee e Colin Hartley, partner di un circuito che offre staking ai giocatori di poker: $152.000 pià le spese legali. A quanto pare, Marchington si sarebbe accordato per la cessione del 10% della sua action sia al Main Event WSOP sia nel Six Max da $5.000, non rispettando il contratto.
Nick avrebbe ceduto le quote del Six Max con un markup di 1,1 e del Main Event WSOP con un markup di 1,2, ricevendo il pagamento a inizio giugno e confermandone la ricezione con un messaggio inviato a Yee e Hartley: “Siamo a posto. Adesso diventiamo ricchi”.
Marchington, ma che combini?
Il 28 giugno, Yee and Hartley raccontano di aver contattato Marchington chiedendo le ricevute della cassa del Rio, a dimostrazione che avesse effettuato l’iscrizione ad entrambi i tornei. A quanto emerge della causa, il pro britannico avrebbe informato i due che molto probabilmente non avrebbe partecipato al 5k o al Main Event WSOP.
Il giorno dopo, Marchington avrebbe mandato questo messaggio: “Cancello le mie quote delle WSOP. Ma non tornerò a casa presto”. Secondo quanto spiegato dagli avvocati del ragazzo, Yee e Hartley si erano detti disposti ad accettare il rimborso, tentando di usare un intermediario per raccogliere i fondi.
Tuttavia, il 1 luglio i due riferiscono di aver ricevuto un altro messaggio da Marchington, in cui spiegava di voler giocare il Main Event e di voler vendere quote ad un markup più alto, 1,7 invece di 1,2. Lo stesso giorno, avrebbe inviato una foto della ricevuta d’iscrizione al Six Max dicendo: “Confermo lo staking nel Six Max ma non sono ancora sicuro sul Main”.
Main Event WSOP no… anzi sì
Passano due giorni, e Nick informa i suoi backer di aver deciso di cancellare le quote del Main Event WSOP: “Gioco il torneo ma sfortunatamente cancello le vostre quote. So che è un comportamento scorretto ma devo fare ciò che è meglio per me, visto che ho perso molto in questo viaggio”.
Marchington effettivamente partecipa al Day 1B del Main Event WSOP il 4 luglio, e il giorno dopo prova a restituire a Yee e Hartley la loro quota di $1.200. Lo stesso giorno, i due fanno causa a Nick e il giudice della contea di Clark emette un ordine restrittivo temporaneo che impedisce a Marchington di ritirare tutte le vincite ottenute al Rio durante le World Series.
Ma né i due facenti causa né il giudice sanno che Nick ha già ritirato in parte quanto vinto fin lì: quel punto il Rio All-Suite Hotel and Casino blocca il pagamento via assegno e trattiene i restanti fondi di Marchington.
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Il precedente di Jamie Gold
Nick scopre della causa quando prova a ritirare $7.396 ottenuti grazie a un 87° posto in un torneo da $5k dopo il Main Event.
Ma sono spiccioli, rispetto al milione e mezzo di dollari sui quali il ventunenne pro britannico non può ancora mettere le mani.
Perciò, come andrà a finire?
La situazione ha dei punti di contatto con quanto accaduto al campione del mondo 2006 Jamie Gold, denunciato da Crispin Leyser per un presunto accordo pre-torneo tra i due. Alla fine i due patteggiarono: che sia questo l’esito più probabile anche di questa controversia?