Marco Della Tommasina è un autentico giramondo: pochi giorni fa è arrivato quinto a Barcellona, nella tappa del Campionato spagnolo ed oggi è in volo verso Bruxelles: obiettivo World Poker Tour. La prossima meta però potrebbe essere il Sud America. Il pro genovese è sempre alla ricerca di action nel cash game live.
- Cosa ti ha spinto a giocare un torneo del genere?
Ero a giocare cash a Barcellona e mi ha incuriosito per il payout orizzontale. Ho pensato: il field è alla portata e se vai a premio hai ottime opportunità di guadagno. Il premio minimo era quattro volte il buy-in. Perché non provarci? Al via c’erano 250 giocatori, l’80% erano spagnoli, il buy-in era di 660€. Sono partito bene, all’inizio ho trovato tavoli abbordabili ed ho fatto parecchie chips, poi ho esagerato in bolla: ho spinto un pò troppo e il mio stack si è accorciato.
A -27 players left mi sono ripreso ed ho vinto uno showdown importante a -12. Al final table mi presento ottavo in chips, non ho visto molto gioco. Rimasti in cinque mi hanno proposto un deal: avrei preso 9.000€. Ho preferito rifiutare perché essendo il più corto era sfavorito. Ho pensato, se raddoppio ritorno in corsa per la vittoria e si può ridiscutere tutto. Me la sono giocata.
- E’ giusto attaccare sempre in bolla in questo tipo di tornei?
Devi sempre giocare sugli avversari e al mio tavolo era giusto fare così. Forse però ho esagerato in una mano con A-10, il mio oppo aveva K-K e non avrebbe mai foldato. Però in altri spot ho avuto ragione io: il giocatore spagnolo medio è attratto da un payout del genere e vuole andare a premio a tutti i costi.
- Non pensi che il payout dei grossi tornei, tipo l’EPT, sia troppo verticale?
A me piacciono un pò tutte le formule, non sono contro a priori con nessuna ipotesi. Mi piaceva però provare questo torneo.
- Essendo un giocatore principalmente live, quali sono i tells che riscontri con maggiore frequenza?
I tells vanno vissuti, nel senso che ogni situazione presenta le sue particolarità e non esistono regole. Ad esempio, a Barcellona c’è un reg dell’Omaha che chiamiamo “Il Cinghiale”, perché quando ha il punto inizia sempre a “sbuffare”: è veramente curioso, credetemi. I tells li devi vivere. Anche giocatori molto forti spagnoli a volte si tradiscono con il linguaggio del corpo. Proprio ieri, Carlos, un reg di Barcellona fortissimo nel cash, al tavolo ha proferito la parola “All in” con un filo di voce, quasi non gli usciva, era molto teso. Mi sono accorto che era in semi-bluff. In tutti i casi io ero nuts...