Il poker, lo sappiamo bene, è un gioco in continua evoluzione, e così anche il regolamento che ne sta alla base. Per questo ogni anno la Tournaments Directors Association (TDA) si riunisce a Las Vegas per approvare eventuali modifiche regolamentari.
Negli ultimi anni tra le più discusse c'è la regola numero 67, che stabilisce i paletti delle chiacchierate al tavolo a giochi in corso: sulle colonne di Poker dot org ne ha parlato Matt Savage.
Il tournament director WPT è sempre attento alla innovazione, come ha confermato qualche mese fa proponendo un nuovo format poi ribattezzato 'Savage Average'.
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La regola numero 67
Ecco cosa è scritto nel punto numero 67 del regolamento TDA:
"I giocatori devono proteggere gli altri giocatori nel torneo in ogni momento. Pertanto, i giocatori, che siano o meno nella mano in corso, non devono:
- Discutere il contenuto di mani attive o passate
- Consigliare o criticare il gioco in qualsiasi momento
- Vedere una mano che non è stata mostrata
È in vigore la regola one-player-to-a-hand. Tra le altre cose, questa regola proibisce di mostrare una mano o discutere la strategia con un altro giocatore, un consigliere o uno spettatore."
Savage scrive che questa regola è in vigore dai primi anni del nuovo millennio anche se è poi diventata famosa come 'la regola di Jamie Gold', visto che il vincitore del Main Event WSOP 2006 la infranse ripetutamente nel corso del torneo in cui si laureò campione.
In realtà la regola esisteva da prima e secondo Savage oggi non c'è alcun bisogno di cambiarla.
Chiacchierate televisive
Il tournament director WPT rievoca gli anni d'oro degli streaming televisivi del poker in cui giocatori come il compianto Layne Flack o Daniel Negreanu parlavano al tavolo come se non ci fosse un domani.
Parlare al tavolo, spiega Savage, è lecito: non lo è più quando qualcuno dice la propria mano, perché di fatto è come se girasse le carte a faccia insù.
"Ci sono situazioni che succedono spesso nei tornei in cui qualcuno dice la mano che ha. Possono dire qualcosa tipo 'ho due assi, non chiamarmi.' Potrebbe esserci un amico dall'altra parte del tavolo che folda. Di sicuro se l'ha detto ah gli assi. Ma questa è collusione e non è permessa".
Tanti giocatori non sanno che c'è una unica situazione di gioco in cui è lecito dire la propria mano.
Matt Savage
Si può mentire sulla propria mano?
Savage parla poi della possibilità di mentire sulla propria mano.
"Negli anni tante volte ho sentito qualcuno chiedere se fosse lecito mentire sulla mano in possesso. La risposta è no. Sono d'accordo che le chiacchierate al tavolo rendono il gioco più interessante ma discutere della propria mano crea problemi perché può influenzare la condotta degli altri giocatori".
L'eccezione che conferma la regola
Parlando della regola 67 che a suo avviso non deve essere modificata nonostante le pressioni, Savage specifica che anche questa indicazione regolamentare del TDA ha la sua eccezione.
"C'è una unica situazione in cui è lecito dire la propria mano - e tanti giocatori non lo sanno - ovvero quando nel torneo sono rimasti due giocatori, che non significa necessariamente una situazione di heads-up. Questo perché le tue decisioni impattano su tutti gli altri giocatori del torneo finché non rimangono due players".
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