Dodge City, una squallida cittadina del west, diventa una volta all’anno teatro della più attesa e ricca partita di poker fra i cinque uomini più ricchi dell’intero Texas, ma a sconvolgere gli equilibri di questo rinnovato incontro ci penserà l’arrivo inatteso di una famiglia di coloni, ed in particolare del capo famiglia Meredith, interpretato da Henry Fonda.
Quest’ultimo, ex giocatore incapace davvero di smettere, insiste per poter assistere alla partita, viene ammesso nella riservata saletta, fino a mettersi a sedere ad un tavolo dai limiti davvero troppo alti per lui, dove i risparmi di una vita sono messi a rischio.
Dopo aver perso molto, Meredith sembra avere la mano buona, ma un malore gli impedisce di continuare a giocare, e sarà quindi compito della moglie – che non conosce nemmeno le regole – sostituirlo nell’ultima, decisiva mano, quella che assegna un piatto di oltre ventimila dollari e dove, forse, non tutto è così come sembra…

Il western anomalo di Fiedler Cook- uscito nel 1966 avendo come titolo originale “A big hand for the little lady” – è interamente incentrato su questa partita di poker e lo squallido saloon che gli fa da cornice, e su un ultimo, decisivo piatto dove i rilanci si susseguono e lo spettatore non può far altro che prendere le parti della famiglia di protagonisti ed in particolare della moglie, quella Joanne Woodward che è stata la compagna di una vita per Paul Newman.
Film fatto di atmosfere ed attese, potrebbe deludere chi è in cerca di polvere da sparo ed emozioni forti, tuttavia non mancherà di accontentare gli appassionati che proprio nel vecchio West riconoscono le radici del poker, in quelle salette dove soltanto sigari e whisky erano ammessi.
Una commedia incentrata sul gioco che svela il suo vero volto soltanto alla fine, capace di rendere il giusto omaggio a quelle ambientazioni del passato in cui ormai soltanto con la fantasia ci è concesso arrivare.
“Tutti galantuomini…”
“Cerchiamo di esserlo la domenica signora, ma oggi è venerdì e stiamo giocando a poker”