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Antonio Bernaudo: ‘l’importanza dell’ICM nei tornei’

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Antonio Bernaudo è uno dei più stimati torneisti online in Italia ma quest’anno è riuscito a confermarsi anche nel gioco dal vivo vincendo la tappa dell’IPT di San Marino. Nel circuito italiano è stato autore di una deep run anche a Nova Gorica che gli ha consentito di passare in testa alla speciale graduatoria: “Sono primo in classifica, con il secondo (Domenico Drammis) ben distaccato. Nelle prossime tappe spero di poter fare un piazzamento a premio che dovrebbe, il condizionale è d’obbligo viste le skills di Drammis, assegnarmi la leaderboard”.

In ottica della leaderboard IPT, quali sono gli avversari che temi di più per la vittoria finale?

Per la classifica, oltre a Drammis temo molto anche un ritorno di Trebbi o di gente come Sammartino e Speranza che potrebbero tranquillamente fare due tavoli finali consecutivi.

Quali pensi siano i tuoi punti di forza come professionista, e quali invece quelli dove senti di dover lavorare di più?

I miei punti di forza credo siano il mindset e la gestione del bankroll. Penso di essere anche abbastanza competitivo e frequentare e discutere di poker con giocatori forti mi dà lo stimolo giusto per migliorare. Sono anche autocritico e mi confronto quando ho dei dubbi con players skillati.

Dove devo migliorare? Gli aspetti sono parecchi sui quali devo lavorare, ma credo di avere davvero grossi leaks nei live. Essendo un grinder online sono abituato a giocare poco postflop rispetto ai regular dei live o ai giocatori cash che frequentano il circuito. Un altro aspetto da curare è senza dubbio la concentrazione da tenere durante gli eventi dal vivo che comunque trascuro anche perché non li affronto come dei veri impegni sportivi.

In che senso?

Mi spiego meglio: dovrei andare a dormire prima, alzarmi un pò meno dal tavolo e prestare attenzione su tutte le peculiarità del gioco e del body language dei players al tavolo, soprattutto quando non sono io nella mano.

Si parla spesso dell’importanza dell’ICM: puoi spiegare meglio che tipo di considerazioni fate voi professionisti riguardo a questo concetto?

L’ ICM è una teoria di gioco matematica con la quale poter calcolare la nostra equity in un torneo, usando come riferimento la quantità di chip in gioco al tavolo e la distribuzione di premi del torneo; proprio per questo motivo non inciderà nel nostro gioco nelle fasi iniziali di un torneo bensì alla fine. 

Nell’early stage, quando si è ancora molto lontani dalla bolla il valore delle singole chips sarà essenzialmente uguale a quello nominale. Ma avvicinandosi alla zona premi, il valore di esse è in funzione dall’entità del proprio stack e di quelli degli altri avversari e della struttura dei premi.

Aggiungi che negli Mtt, a differenza del cash, il valore di ogni singola chip cambia al variare degli stack degli avversari e del payout dell’evento, e dunque, una mano che potrebbe essere giocata senza troppi patemi in una partita cash potrebbe rivelarsi molto pericolosa in un torneo. 

Al fine di prendere decisioni ottimali occorre affidarsi all’ICM, che aiuta quindi per quanto detto prima, nella scelta dell’azione che nel lungo periodo darà un guadagno.