Quelli dei bot e dei multi-account sono due problemi che affliggono l’ecosistema del poker online praticamente sin dalla sua nascita. Nonostante gli sforzi delle poker room, c’è sempre chi prova a fare il furbo. E se in futuro occorresse davvero metterci la faccia?
Rob Yong, proprietario del casinò britannico Dusk Till Dawn e partner di partypoker, ha pubblicato qualche giorno fa un tweet in cui afferma la sua volontà di proporre alla nota sala da gioco virtuale l’inserimento di un software per il riconoscimento facciale.
Un plebiscito a favore
Mercoledì pomeriggio, Yong ha chiesto ai suoi 24.600 follower su Twitter cosa ne pensassero dell’introduzione del riconoscimento facciale nel poker online per contrastare bot, multi-account e ghosting. Bene, dei 5.450 che hanno partecipato al sondaggio, addirittura l’84,6% si è dichiarato favorevole.
Rob ha specificato come il software di riconoscimento facciale sarebbe utilizzanto quando un giocatore entra nel proprio account, così come in maniera totalmente random una volta che lo stesso giocatore è arrivato a premio durante un torneo, al final table o in una partita cash high-stakes.
Ricordiamo che oltre ad essere proprietario del Dusk Till Dawn, Yong è un regular di alcune delle più ricche partite cash del pianeta.
I am going to ask @partypoker to implement Facial Recognition on Sign in [+ randomly when ITM/Final Tables + Higher Stakes Cash Games to 1) stop cheaters/bots opening/buying new accounts 2) stop multi – accounting 3] Stop ghosting – Do you support this ?
— Rob Yong (@rob_yong_) January 30, 2020
Le possibili problematiche
Naturalmente il sondaggio di Yong ha aperto un dibattito molto interessante.
Faraz Jaka, leggenda del poker online, ha affermato di apprezzare tantissimo l’idea, ma di essere al contempo preoccupato che una misura del genere possa sì bloccare account bot e quant’altro, ma anche spaventare i nuovi giocatori.
“Non pensi che siano proprio i nuovi clienti ad essere più esperti di riconoscimento facciale?”, ha risposto Yong. “Credo che pensiamo che alcuni nuovi giocatori siano dei fessi, ma probabilmente sono tecnologicamente molto più esperti di noi”.
Dylan Linde, già vincitore di un WPT, ha espresso qualche timore sul fatto che la tecnologia possa non funzionare correttamente e bloccare un giocatore legittimo durante un torneo. Ma anche qui, Yong ha risposto con sicurezza: “Utilizzo la stessa tecnologia in un altro business, ed è più affidabile dell’iscrizione manuale”.
A chi gli chiedeva cosa succederebbe a un giocatore che non possiede una webcam, Rob è stato piuttosto categorico: “Eh, non potrebbe loggarsi”.
La lotta ai bot
Se il multi-accounting e il ghosting sono problemi nati praticamente con il poker online, quella dei bot è una piaga andata crescendo di pari passo con i miglioramenti tecnologici. Oggi i bot sono molto più avanzati e difficili da battere rispetto ad un tempo.
Eppure, fa notare Yong, nell’epoca moderna è piuttosto facile individuare i bot: la vera sfida è sradicarli dai siti.
“I poker bot sono come scommettitori vincenti”, ha detto Rob. “Facili da individuare, gli si può chiudere l’account, ma ne possono aprire un altro”.