Per un giocatore di poker alle prime armi, saper determinare la forza relativa della propria mano può risultare problematico: capirlo è estremamente importante, vediamo con un esempio perché.
Ammettiamo di star giocando la prima mano di un torneo online, quindi con uno stack di 2.000 fiches e bui 10/20. Da cut-off abbiamo a k , e dopo che tutti gli altri giocatori hanno foldato apriamo puntando 60 fiches: solo il grande buio chiama.
Il flop è k q j , ed il grande buio checka. Se la nostra mano preflop era estremamente forte – capace di dominare numerose combinazioni nel calling range del nostro avversario – adesso la situazione è ben diversa.
Il grande buio può infatti avere la mano migliore grazie a tutte le combo di KQ, KJ, QJ, ma anche AT e T9: in parte sono blockerate dalla nostra mano, ma ne rimangono comunque 49.
Naturalmente questo non ci impedirà di fare una continuation bet per valore, ma con la consapevolezza che siamo chiamati a fare attenzione.
Nel caso in cui il nostro avversario si limiti a chiamare ed il turn sia una carta tutto sommato ininfluente, dovremmo continuare a puntare: mani come KT, AJ e AQ uniti a vari draw possono ancora “pagarci” da dietro.
Nel caso di un check/raise nella stragrande maggioranza dei casi potremmo foldare piuttosto tranquillamente, di fatto certi di avere la mano peggiore, ed una simile logica la si può applicare anche al river: se rilanciati, non batteremmo praticamente niente.