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Cinque consigli per far funzionare i tuoi bluff, con Ian Simpson ambasciatore 888poker

Senza la benché minima ombra di dubbio, il bluff è una delle azioni più esaltanti del poker. Ma come ogni cosa che riguarda il nostro meraviglioso gioco, anche i bluff richiedono matematica e un preciso set di abilità a corredo.

Vediamo i consigli dell’ambasciatore 888 (poker) Ian Simpson per massimizzare le possibilità di far foldare all’avversario il punto migliore.

Devi avere un piano

Nel video pubblicato sul canale YouTube della poker room di cui è testimonial, Simpson sottolinea come i bluff non si improvvisano.

“Se punti con T9 su A62, devi già sapere cosa farai sulle diverse carte che possono arrivare al turn. Su un 7 turn, per esempio, punterai per cercare di prendere il pot facendo foldare all’avversario K-carta-alta o una coppietta, o ti muoverai in check per realizzare la tua equity? Sulla decisione pesano diversi fattori, dalla fase del torneo alla aggressività dell’avversario. Se hai già un piano puoi concentrarti su altro, se giochi dal vivo per esempio puoi iniziare dai movimenti degli avversari per prendere qualche tell, se giochi online invece puoi focalizzare l’attenzione su altri tavoli.”

Le carte che aiutano il tuo bluff

Per Simpson un bluff ha più possibilità di funzionare quando sul board arrivano carte che sono buone per il proprio range percepito e brutte per quello avversario. Un esempio concreto:

“Dopo l’apertura di bottone difendi il grande buio con T8. Su flop 762 checki e poi chiami la cbet. Al turn arriva un 4, una carta che hitta il tuo range molto più di quello di bottone. Da grande buio puoi benissimo avere chiuso una scala con mani come 3-5 o 8-5, bottone invece no. In questa situazione puoi uscire al turn in bet sia in bluff che per una valuebet”

Le carte che ostacolano il tuo bluff

Così come bisogna essere consapevoli delle carte che possono aiutare il nostro bluff, dobbiamo tenere a mente anche quelle che lo ostacolano. Anche qui Simpson snocciola una concreta situazione di gioco:

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“Stesso flop di prima, 7-6-2, ma al turn arriva un K invece del 4. Per il nostro range da big blind è una carta davvero brutta perché con un re avremmo foldato al flop. Qui è l’aggressore preflop a poter avere molte mani con un K con cui ha cbettato, tipo KJ-KT. Puntare per rappresentare un re è una buona mossa da parte di bottone”

Blockerare il nuts

Simpson sottolinea poi l’importanza dei blocker nella costruzione di bluff sensati.

“Bluffare contro il nuts non è bello quindi è molto importante blockerare il nuts se vuoi tentare un bluff vincente. Quando hai un K in mano su board tipo A-4-5-J-T può essere una buona opportunità per un bluff: con il tuo re riduci le possibilità che l’avversario abbia mani come KQ – KT. KQ sarebbe anche il nuts e per l’avversario chiamare è molto più difficile quando non può avere il nuts”.

Racconta una storia credibile

Un bluff deve avere un senso logico, con tutto quel che ne consegue:

“Se a mano in corso cambi la storia che hai iniziato a raccontare con la tua action, non sarai credibile. Se non giochi mai i tuoi punti nuts allo stesso modo dei bluff sarai leggibile per gli avversari. Allo stesso modo, se non bluffi mai quando non hitti il flop sarà difficile che gli avversari ti paghino.”

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
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