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Tornei di Poker: la guida completa al Deal per ICM

I Deal al final table

Sempre più spesso, negli ultimi tornei ad alto prize pool, si stanno verificando situazioni in cui tra gli ultimi players rimasti a giocarsi i premi migliori, spunta quello che la butta lì fischiettando: facciamo un deal?”. 

La proposta non arriva quasi mai dal chipleader, soprattutto se la distanza tra lui e il resto dei left è importante. 

E non arriva spesso nemmeno da parte degli short stack, o almeno da quelli che non hanno una faccia così grande da provarci! 

La procedura è solitamente sempre la stessa: il possessore dello stack medio si fa avanti, lo short stack risponde “ok, ma solo se splittiamo alla pari”, il Big Stack risponderà “va bene ma solo in modalità chip-chop” e altri interessati chiederanno un deal per ICM. 

In alcuni casi con cognizione di causa, in altri senza la minima idea di quello che stanno dicendo e ciò che è meglio per loro. Proviamo a schiarirvi le idee.

 

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La varianti del deal

In effetti sono queste le tre principali modalità attraverso le quali il deal può essere effettuato:

  • ICM: i premi vengono assegnati in base all’Independent Chip Model
  • Equal Chop o come lo conosciamo in Italia, “split puro”: tutti ricevono lo stesso premio
  • Chip-Chop: ogni giocatore ottiene un premio proporzionale alla dimensione del proprio stack. 

Independent Chip Model

Fatto salvo il significato degli altri due metodi che dovrebbe essere abbastanza chiaro per tutti, qualche parola in più va spesa per il metodo ICM.

 

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Il metodo ICM fu ideato per stimare un sistema di calcolo equo rispetto alla distribuzione dei premi, assegnando alle chips un “valore”. 

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Non è sempre facile stimare tale valore, soprattutto se si è di fronte a giocatori di pari abilità. Il sistema che alla comunità pokeristica pensante è parso il migliore, è quello denominato “Malmuth-Harville”. 

Non ci addentriamo nei meandri delle spiegazioni che fanno di questo metodo uno dei più affidabili, ma sappiate che stiamo parlando di un sistema di calcolo che si propone il fine di determinare le probabilità che un determinato giocatore finisca in una qualisasi posizione. 

Uno dei floorman più apprezzato al mondo, Luca Vivaldi, alle prese con un deal tra giocatori

Il calcolo è proporzionalmente più difficile con l’aumentare dei giocatori interessati, ma è sempre ragionevole tenere conto  che piccole differenze siano spesso stravolte dall’oggettivo risultato del torneo stesso. 

In virtù di questa difficoltà di calcolo, ci viene incontro la tecnologia, con gli ICM calculator, come “ICMIZER”, a cui potrete dare uno sguardo nell’eventualità che un deal si faccia via via sempre più probabile. 

Il metodo ICM è probabilmente il più equilibrato per tutti, ma va da sè che non sempre tutti possano uscire soddisfatti rispetto alla suddivisione delle cifre. 

Le caratteristiche del metodo ICM 

  • Prevede che il torneo si concluda nel momento del calcolo, ma è un validissimo strumento strategico che ci aiuta a capire anche in quale posizione monetaria effettiva ci troviamo in un determinato momento del torneo. 
  • Non considera l’abilità dei giocatori, ma determina le azioni in base a una progressione casuale del torneo che, il lettore capirà, può essere invece cambiata dalla stessa abilità dei giocatori. Anche in presenza di stack limitati.
  • Non considera lo stile dei giocatori che invece influenzerà e di tanto lo spostamento delle chips. Pensate alla variabile aggressività dei protagonisti. 

Vantaggi e svantaggi

Il metodo ICM è stato studiato per essere il più equo possibile per tutti, poiché, in milioni e milioni di simulazioni matematiche, è quello più ragionevole e coerente di fronte a una vasta gamma di circostanze. 

E poi ci sono le nostre considerazioni soggettive: se io fossi il Big Stack e qualcuno suggerisse un “Equal Chop” io rifiuterei poichè non guadagnerei abbastanza dal prize pool. Se proponessero un Chip-Chop cercherei di portare maggiore acqua possibile al mio mulino. 

Se io fossi lo Short Stack farei considerazioni completamente opposte a quelle del chipleader: ok per lo split, parliamo a lungo se il Chip-Chop non mi soddisfa. 

Se io fossi il giocatore più abile tra quelli rimasti pretenderei un extra jump, ma ciò non potrebbe mai essere misurabile e avrei a che fare con tutta una serie di “reclamanti skill” anche se io fossi Phil Ivey e gli altri dei giocatori alle prime armi. 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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