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Jens Kyllonen analizza una sua sessione di Pot Limit Omaha

Jens 'Jeans' KyllonenE’ uno dei ragazzi terribili della scuola finlandese. Non vincente come Antonius, né mediatico come “Ziigmund”, ma ciò nonostante Jens Kyllonen resta un fior di giocatore. D’altra parte, quando si è connazionali di due mostri sacri del genere appare inevitabile venire in parte fagocitati dalla loro ombra.

“Jeans” attualmente si sta dedicando al Pot Limit Omaha, a limiti $50/$100, ma come scrive sul suo blog le cose non stanno andando come vorrebbe: “Le cose non stanno sfiorando la tragedia, ma sembra che le mani scritte prendano una direzione sola, quella dei miei avversari. Forse dovrei prendere una pausa, ma non è semplice. Sto seguendo dei video che spiegano come giocare la variante Limit, e anche se sembra un gioco molto noioso ho intenzione di impararlo un po’, prima di spostarmi come vorrei al PLO hi/low.

Al di là di questi propositi, Kyllonen prosegue esaminando alcune mani giocate durante la sua ultima sessione negativa di Pot Limit Omaha, prendendo in considerazione alcune mani in particolare ed evidenziando quelli che per lui sono stati i passaggi decisivi. Jeans fa questo ripercorrendo i suoi pensieri nel corso della mano, e chiedendosi se avrebbe potuto comportarsi diversamente o se comunque crede di aver preso una decisione corretta al di là dell’esito. Questo esercizio, utile per lui per migliorarsi, appare interessante anche per noi, perché ci consente di entrare nei ragionamenti di un giocatore d’eccellenza e ci suggerisce anche un metodo per fare altrettanto.

Prendiamo ad esempio questa mano. Siamo in un tavolo short handed, con soli cinque giocatori seduti compreso “Jeans”, che si trova sul cut off. Secondo a parlare, openraisa fino a 266 $ con k 2 a 2 , ricevendo ben tre call, dal bottone e dai bui.
Il flop è 4 5 j . Piuttosto buono per Jeans, visto che gli consegna un gutshot per la scala, un progetto di colore nut (con annessa scala colore) e gli rimangono sempre due overcard. Kyllonen, dopo il check dei bui, esce quindi puntando 820 $, chiamato stavolta dal bottone e dal giocatore sul big blind.

Il turn è un 2 , che consegna al finlandese il bottom set. Ma stavolta il giocatore che sa sul grande buio esce puntando il piatto. Questi, al riguardo, i pensieri di Jeans: “Al turn è molto probabile che il mio avversario abbia chiuso scala, ma se mi limitassi a chiamare ed il river non mi fosse di alcun aiuto sarebbe per me comunque molto difficile foldare, viste le odds che mi sarebbero offerte. Decido quindi di pushare sulla sua puntata, perché male che vada sono pur sempre al 40%, e qualche volta potrei anche trovarmi contro una mano random verso la quale sono nettamente favorito”.

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Kyllonen manda quindi i resti per un totale di 7.800 $, chiamato dal suo avversario, che in effetti con j a 6 3 ha proprio una scala. Il river è un 10 che non aiuta il giovane finlandese e gli fa perdere il piatto.

Nonostante questo, dalle sue parole si capisce come molto probabilmente giocherebbe la mano esattamente nello stesso modo, il che sottolinea ancora una volta un aspetto importante per chi voglia giocare a poker, ovvero: indipendentemente dall’esito di una mano, bisogna sempre chiedersi se quello che si è fatto sia stato corretto, quindi se è quello che dovremmo fare di nuovo in una situazione analoga.

Se la risposta è sì, smaltito il dispiacere per il piatto perso potrete continuare a giocare per vincere.
Di certo tutto questo non è sufficiente per arrivare a battere con profitto quei livelli, ma sicuramente è un primo passo di cui non si può fare a meno.

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