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Lex Veldhuis: ‘Gioco 18 ore al giorno, e ne farei di più…’

Come ricorderete, da quest’anno Lex Veldhuis è passato dal far parte del Team Pro di PokerStars a quello online, concentrandosi nuovamente in modo sistematico sul poker online, ed in particolar modo sul Pot Limit Omaha.

Rendendosi conto di doversi ancora affinare in una specialità sicuramente più complessa del No Limit Hold’em, ha così cominciato a giocare senza sosta sulla poker room, arrivando a impegnare con questa attività gran parte delle proprie giornate: “Non ho mai sentito un bisogno così forte di giocare a poker – ha scritto su Twitter – è una sensazione che mi ricorda quello che provavo quando l’ho scoperto per la prima volta, gioco 18 ore al giorno e vorrei farne anche di più”.

Come risultato, il 12 agosto scorso aveva già giocato 70.000 mani nell’arco del mese, sedendosi soprattutto al PL600 ed al PL500 Zoom, con quest’ultimo livello che vanta un bacino di giocatori relativamente ristretto ma comunque costante, dove non mancano del resto professionisti conosciuti come “DonkPredator“, “FaKeOrReaL” ed il sempre ottimo “Catenaccio“, che altri non è se non il tedesco Moritz Kranich.

Veldhuis ha cominciato a giocare PLO sul finire del 2012, sia dal vivo che online

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Limiti del genere possono apparire non particolarmente alti per un professionista come Velduis, abituato ormai da anni ad avere a che fare con cifre di un certo spessore, tuttavia non bisogna dimenticare che già a livelli medio alti come questi la competizione è piuttosto elevata, un ottimo modo insomma per fare pratica ed al tempo stesso guadagnare cifre di tutto rispetto.

Già lo scorso anno Lex aveva riconquistato lo status di Supernova Elite, e certo non avrà problemi a riconquistarlo adesso, sia visto il suo rinnovato vigore di grinder che a causa della rake particolarmente elevata che si genera ai tavoli di Pot Limit Omaha: i giocatori sono infatti molto più inclini a vedere almeno il flop, la size delle puntate è spesso pari alle dimensioni del piatto, spesso si possono avere ottimi draw e così macinare VPP diventa indubbiamente più semplice.

In ogni caso, pur consapevole della sua esperienza difficilmente Veldhuis potrà mantenere ritmi simili per un periodo prolungato senza risentirne: è senz’altro il primo a saperlo, ma la voglia di andare sempre più a fondo di questa variante è davvero troppa, così come il probabile desiderio di arrivare a misurarsi presto o tardi con chi del gioco delle quattro carte ne ha ormai fatta una religione da anni…

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