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Convegno Liquidità poker online

“Liquidità condivisa nel poker? Manca direttiva direttoriale dei Monopoli. A livello politico le perplessità sono svanite”

La grande sala del Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma diventa l’epicentro di una discussione vibrante e strategica sul futuro del gioco online in Italia. Al centro dell’attenzione, durante il primo Italian Gaming Expo and Conference organizzato da Gioconews (GN Media), Luigi Centorame, Senior Analyst di Cuiprodest, prende parola nella tavola rotonda “L’opportunità della liquidità condivisa per il settore del gioco online in Italia”.

“Lavoriamo in modo intenso con Governo e ADM per liquidità condivisa”

Centorame, con un tono misurato ma chiaramente entusiasta, apre il dibattito: “A livello di norme e procedimenti dovrebbe mancare molto poco per l’introduzione della liquidità ma il lavoro con il Governo e Adm è ancora molto intenso. A livello regolatori, in effetti, mancherebbe solo il decreto direttoriale per aprire l’Italia al mondo e ad altri Paesi sui tavoli di poker online. Giocare con altri utenti in altri Paesi adesso non è possibile e ora l’auspicio ad aprire è anche del Governo.”

L’analista espone quindi il cuore del problema: il superamento degli accordi “regionali” del 2017, che limitavano la condivisione a Spagna, Italia e Portogallo. Accordo firmato dal Direttore dei Monopoli dell’epoca, Aronica.

Ma Cuiprodest e Marco Trucco (durante l’audizione in Commissione Finanze del Senato) hanno fatto emergere la volontà di essere favorevoli alla liquidità internazionale (field della rete .com). Per quanto riguarda la liquidità condivisa europea, dal punto di vista burocratico, non dovrebbero esserci problemi. Se ci fosse la volontà politica e amministrativa si potrebbe partire domani.

“Altri regolatori come Olanda, Svizzera, Belgio e Uk che forse è l’esempio più virtuoso, hanno adottato la liquidità condivisa.”

Luigi Centorame (Cuiprodest)

“Pensiamo a una liquidità internazionale e non regionale”

Per Centorame però il tema della condivisa europea è secondo lui superato.

Sì, bisogna andare oltre. Il dato fondamentale è che in 12 anni il poker ha perso il 63%. Il Senato parla di aprire a livello internazionale, non parla del deal del 2017. Ormai i dubbi sembrano essere quasi tutti fugati. Ovviamente il parere ottenuto dal Governo sulla liquidità non è vincolante e va un po’ forzato e sbloccato”, spiega Centorame, delineando un quadro di sfide e opportunità.

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Ricordiamo che c’è stato un parere favorevole della Commissione Finanze del Senato, un parere però non vincolante.

Con un’analogia calcistica che colpisce l’immaginario collettivo, Centorame chiarisce la situazione italiana rispetto ad altri regolatori europei: “È come se una squadra di Serie A in Italia possa giocare solo il campionato e non le coppe europee. Altri regolatori come Olanda, Svizzera, Belgio e Uk che forse è l’esempio più virtuoso, hanno adottato la liquidità condivisa.” In questo contesto, per liquidità condivisa si riferisce sempre a quella internazionale-mondiale (e non regionale-europea).

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Ma quali sono le resistenze? “C’è ancora qualche diffidenza e perplessità risalente a 7-8 anni fa”, ammette Centorame. Eppure, l’ottimismo non manca: “Queste diffidenze – riporta Gioconews – vengono spazzate via dall’esempio fatto da altri Paesi che citavo prima. Il Senato invita Adm a regolamentare e a livello politico, pur con fatica, le perplessità sono scemate perché si tratta di dare competitività a un settore che, come dicevamo, è crollato.”

La chiusura del suo intervento sottolinea il dinamismo del settore: “Passare a 7 milioni di euro di costo della licenza non è un passo facile ed avere un plus come questo può sicuramente aiutare a convincere qualche operatore.”

“Le piccole poker rooms sono ora favorevoli”

Interessante anche l’intervento di Salvatore Vullo di Kogem: “Abbiamo richieste da almeno 4 operatori europei che vorrebbero partecipare al bando ma con la possibilità di poter aprire alla liquidità condivisa e questo è fondamentale per cercare di aprire all’esterno per una gara che guarda anche all’Europa”. Le parole di Vullo sono significative: la maggior parte dei siti di poker vorrebbe l’apertura alla liquidità internazionale, condizione per partecipare a un bando di gara così oneroso.

“Abbiamo richieste da almeno 4 operatori europei che vorrebbero partecipare al bando ma con la possibilità di poter aprire alla liquidità condivisa e questo è fondamentale…”

Salvatore Vullo (Kogem)

In queste parole, si riflette un’ambizione chiara: quella di un’Italia più aperta e competitiva nel panorama del poker online globale, un gioco dove le carte sono pronte a essere rimescolate sotto nuove regole, più inclusive e internazionali? La speranza è l’ultima a morire.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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