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Quando un fold è sbagliato ma anche giusto: la lezione di Manig Loeser

Manig Loeser

Si può foldare la mano migliore pur non commettendo un errore? Certo che si può, anche se a volte il risultato tende a orientare i giudizi di chi gioca, legge o scrive. Un esempio eccellente ci proviene dal Main Event dell’ultimo EPT Montecarlo, un torneo che ha regalato davvero tanti spunti. La mano in questione vede protagonisti Wei Huang e Manig Loeser, ovvero i due che si sono giocati la vittoria fino all’ultimo.

Manig Loeser vs Wei Huang: la mano

Vediamo prima di raccontare lo svolgimento della mano. Siamo rimasti in tre, al livello numero 33 (125.000/250.000 ante 250.000). Loeser è in testa a circa 14 milioni, Huang è secondo a circa 9.5 e Katzenberger terzo piuttosto staccato, ben sotto i 5 milioni.

Katsenberger folda e Loeser decide di completare da small blind con 7 4 , mentre Huang esercita la sua opzione scegliendo il check con k 5 .
Sul flop a j 6 Huang fa call alla puntata da 250.000 di Loeser.

Il copione si ripete al turn 5 , call da 850.000 del cinese sulla puntata del tedesco.

Il river 3 vede Loeser puntare ben 2.000.000 (circa 2 terzi di piatto). Huang ci pensa qualche secondo prima di mandare il suo resto per 6.55 milioni totali.
Loeser usa un paio di timebank per riflettere, chiede un count preciso dello stack avversario e infine folda.

In ragione di ciò Loeser resta in testa a 11.5 milioni, ma Huang gli si avvicina molto salendo a 11.25 milioni.

Wei Huang

Being Wei Huang

A un primo sguardo appare clamoroso che Loeser decida di foldare una scala difficilmente leggibile, da parte del suo avversario. Così come si apprezza da subito la giocata coraggiosa e un po’ fuori dagli schemi di Huang. Il cinese non è un professionista ma nemmeno uno sprovveduto. In questo senso il suo lavoro di finance controller indica una certificata abilità nel valutare scelte strategiche, da parte dell’azienda per cui lavora ma anche di un player che gli è seduto davanti.

In questo caso l’occasione gli capita dopo un piatto limpato, in cui l’avversario aggredisce con decisione postflop. Lui trova un po’ di valore dal board ma ci sono due elementi che probabilmente lo tentano. Sicuramente della history, visto che i due hanno giocato a lungo su dinamiche bottone/bb e anche in blindwar (dopo l’uscita di Riess). Ma anche il k , che è valore sul flop, kicker sul turn e blocker al river, ad accendere la lampadina dopo il runner runner a fiori.

Tuttavia, pur apprezzando la sua condotta di gioco, analizzando un po’ più in profondità non dispiace affatto neanche la linea tenuta da Loeser, seppure perdente.

Edge, fiducia e rischi

La prima considerazione che viene da fare è relativa al curriculum dei giocatori, alle loro possibili aspettative e agli equilibri del tavolo che hanno delineati in testa. Loeser è di gran lunga il più esperto e blasonato dei tre. Si suppone dunque che il tedesco sappia bene di essere il più abile al tavolo e che sappia anche di potersi permettere qualche “overfold”.

Sapere di avere un edge sul tavolo si traduce innanzitutto in un approccio che strizza l’occhio al conservativo. Nella fattispecie, Loeser potrebbe avere effettuato una tripla considerazione del tipo: “Se chiamo e vinco il colpo ho delle evidenti possibilità in più di vincere il torneo. Perdendolo le mie chance scenderebbero molto al di sotto di quanto accadrebbe se foldassi. Foldando mantengo delle chance non troppo lontane rispetto alla situazione prima di questa mano”.

La preferenza relativa è evidentemente andata all’ultimo dei tre pensieri. Ciò implica la consapevolezza di stare spesso foldando la mano migliore, ovvero che foldando perdo soldi nel lungo periodo. Tuttavia il breve, anzi brevissimo, periodo è quello di un tavolo che Manig può ancora controllare, quindi in questo caso l’input è quello di ignorare l’ego e tenere una strategia “risk free”.

La size di Loeser

Nella valutazione del fold è importante anche la size scelta da Manig Loeser al river. Il tedesco punta 2 milioni su un piatto da 2.95 milioni, sostanzialmente due terzi di pot. Generalmente questa size è molto più da “bet/fold” che da “bet/call”, in primo luogo perché porta con sé una buona percentuale di bluff e si aspetta di venire più che altro bluff-catchato con il valore trovato per strada da Huang (ad esempio coppie o doppie trovate sul board e che lo hanno portato a chiamare flop e turn). Oltretutto, tale ammontare scelto da Loeser abbassa le percentuali di venire a sua volta bluffato.

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Sul push del cinese, invece, per il tedesco si presenta un nuovo interrogativo: quante volte qui un amatore, o comunque uno non abituato a giocare a questi livelli e per queste cifre, è capace di shovare in bluff, o trasformando in bluff la sua mano? A tal proposito, è il caso di menzionare un ultimo elemento che può aver indotto Loeser a passare.

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Deal e peso dei soldi

Nel momento in cui si è giocata questa mano, i tre non avevano ancora stipulato il deal come è invece avvenuto circa un’oretta più tardi. Ciò significa che tra il terzo e il secondo posto ballavano ancora 150.080€, con ulteriori 323.740€ in ballo tra secondo e primo.

L’effetto di questa considerazione sulla propensione al fold del tedesco non è certo legata al peso dei soldi sul suo bankroll. Il tedesco è un habitué dei Super High Roller e, seppure speculatore di professione, è da escludere che il peso dei soldi in palio abbia inciso direttamente sulla decisione di Loeser. Vi ha invece inciso indirettamente: pure stimando il suo avversario come un buon giocatore, è verosimile pensare che un non professionista sia molto meno propenso al bluff, in questa situazione e con questi soldi in palio. Ne consegue che tale fattore, nella testa di Loeser, avrà ulteriormente abbassato la percentuale di bluff presenti nel range di Huang, nello spot in questione.

Alla fine ha vinto il freddo calcolo di Manig Loeser, che ha messo in conto di passare la mano migliore ma per salvaguardare al meglio le chance di arrivare all’obiettivo finale. E, contestualmente, ci ha regalato un’interessante spot da analizzare.

La parola a voi, ma contestualizzate!

La presente analisi non ha naturalmente alcuna pretesa esaustiva ma è solo un modo per lanciare il dibattito. Chiunque tra voi può provare a dare la propria risposta, ma ciò che invito a fare è soprattutto contestualizzare nel modo giusto. Ciò che intendo è che è perfettamente inutile immaginarci nei panni dell’uno o dell’altro, in quel preciso torneo che è off limits per la gran parte di noi (un EPT costa 5.300€, spese di trasferta escluse).

Per interpretare al meglio questo spot vi consiglio di immaginare che accada nella vostra quotidianità pokeristica, a un torneo online od anche a un live. Ecco, immaginate di essere chipleader 3 left, con gli stessi stack e la stessa mano, magari al Sunday Special o a un torneo del circolino, fate voi. L’importante è che vi facciate una domanda e rispondiate sinceramente: se pensassi di essere nettamente più forte degli altri due e ci sia anche una ridotta possibilità che oppo possa avercelo davvero, il colore, chiameresti comunque?

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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