[imagebanner gruppo=gazzabet] Da veterano qual’è, un giocatore come Olivier Busquet nel corso di tutti questi anni trascorsi nel mondo del poker due o tre cose le deve aver viste: sarà per questo che ogni volta che parla qualcosa di interessante dalla bocca gli scivola via sempre.
Impegnato come molti all’EPT di Praga, e naturalmente schierato al Super High Roller da 50.000 € di buy-in, “livb112” ha raccontato come approcci in generale questo tipo di tornei, che certo fanno un po’ storia a sé per più di una ragione: “In un field di questo genere, dove assieme a giocatori estremamente abili trovi altri amatoriali, devi contare sul tuo istinto senza preoccuparti troppo del risultato, vista anche la fortuna necessaria per arrivare in fondo”.
E proprio perché si tratta di eventi particolari, con field molto ridotti e sempre le stesse facce pronte a competere, capita di ritrovarsi seduti allo stesso tavolo assieme agli stessi giocatori con una certa frequenza, ed a Olivier Busquet questo è capitato con Fedor “CrownUpGuy” Holz, con cui ha ammesso ci sia stata subito una certa sintonia.
“Non so quanto gli servano i miei consigli, mi è sembrato uno con la testa sulle spalle – ha premesso intervistato da PokerStars – ma quando si ha molto successo in questo ambiente è facile perdere il contatto con la realtà, sentirsi in cima al mondo e migliore di chiunque altro, è un atteggiamento pericoloso”.
Tuttavia, secondo Busquet questo non è il solo sbaglio che i professionisti devono cercare di non commettere: “Se hai abbastanza talento per importi in maniera significativa nel poker, allora è probabile ci siano diversi altri campi dove puoi reinvestire le tue capacità con profitto. Per questo motivo, trovo sia importante avere una mentalità aperta e non chiudersi di fronte alla prospettiva di nuove opportunità“.
Recentemente fra l’altro, assieme a Dan Colman ed alla moglie, Olivier ha speso alcuni giorni fra El Salvador e l’Honduras per visionare alcuni dei progetti benefici legati al One Drop, che negli ultimi anni ha raccolto dodici milioni di dollari da destinare a popolazioni in difficoltà.
“Si tratta di comunità povere, che magari hanno accesso all’acqua ma questa non è potabile – ha concluso – non si limitano a scavare un pozzo ed andarsene, ma promuovono anche programmi di istruzione e di finanziamento dei piccoli imprenditori, vedere l’impatto su quelle comunità e conoscere le persone che ci lavorano è stata un’ispirazione”.