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Phil Galfond: “Ecco perché oggi sono più forte”

Un giocatore professionista, se non migliora nel corso del tempo, presto o tardi è perduto: Phil Galfond non si sottrae a questo principio generale, spiegando in cosa si senta oggi più forte rispetto al 2009.

Il Phil Galfond di oggi credo che vincerebbe 5bb/100 contro il giocatore che ero nel 2009 – premette riferendosi al Pot Limit Omaha – e credo che oggi io possa vantare un edge maggiore in una partita 6-max, rispetto a quanta non ne avessi nel 2009″. Ma su cosa si è basata, nella sostanza, questa evoluzione?

Nonostante declinare tutto questo nel dettaglio sia sempre molto complesso, “OMGClayAiken” ci prova, e scrive: “Credo di essere migliorato sia per quanto riguarda i fondamentali che una migliore consapevolezza sia dei range che di quali siano le frequenze ottimali in varie situazioni”.

Phil Galfond alle scorse WSOP (courtesy Fabien Richard)

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Quelle che un tempo erano le sue debolezze, insomma, oggi gli appaiono ben chiare: “Nel 2009 ero fin troppo chiuso e passivo preflop, quando mi trovavo fuori posizione. La mia percentuale di 3-bet era troppo bassa, e al contrario facevo troppo spesso una continuation bet, sia come original raiser che soprattutto come 3-bettor. Inoltre al turn foldavo troppo alla second barrel, e check/raisavo troppo poco”.

A volte quindi il problema non riguardava la passività, ma casomai un’aggressività troppo frequente perché risultasse credibile agli occhi di avversari esperti: “Ero troppo aggressivo sui board pairati, così come giocavo aggressivamente troppo spesso al flop quando ero in posizione, invece che farlo nelle street successive”.

Adesso “OMGClayAiken” si sta dedicando anche ad altre varianti, e le partite di PLO non sono più frequenti come un tempo: lo statunitense si sente comunque convinto di essere tutt’ora competitivo contro qualsiasi avversario, ma sa pure che quello che è vero oggi potrebbe non esserlo più domani.

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