Pokermagia, quando il coaching non serve solo ai principianti

Chi ha detto che fare parte di una scuola di poker sia fondamentale solo per chi muove i primi passi nel gioco o, al massimo, per chi abbia appena battuto i micro? In realtà la quasi totalità dei regular che grindano con successo dal nl100 in su sono concordi nell'affermare esattamente il contrario.

Ovvero che i maggiori benefici della partecipazione attiva ad una scuola-comunità li traggono proprio i giocatori già formati. Quelli che nel poker investono tanto tempo e tanto denaro trovando nel gioco un'importante - quando non la sola - fonte di reddito.

La testimonianza di oggi a riguardo viene da Daniele, grinder che ha deciso definitivamente di fare del poker una professione, anche - e forse soprattutto - sapendo di poter contare su Pokermagia, la famiglia della quale fa parte da poco meno di un anno.

Come sempre chiediamo al nostro ospite di presentarsi. A te la parola dunque.
Ho 34 anni e vengo da Genova. Gioco a poker da tre anni e mi sono dato al cash game appena è sbarcato sulle .it. Oggi grindo su People's mixando 100 e 200, mentre in passato ho giocato sul circuito Lottomatica con il nick ISendYouClean cui fa riferimento il grafico (vedi sotto, ndr). Da poco più di un anno ho deciso di vivere di poker lasciando esperienze professionali che non mi davano soddisfazione. Proprio per questo ho deciso ri rivolgermi a Pokermagia e a mesi di distanza posso dire che è stata una scelta azzeccatissima.

A proposito, il grafico non fa pensare a un giocatore che necessiti di chissà quali insegnamenti per vincere...
No, sbagli: il coaching è semplicemente fondamentale! Non vedo come se ne possa farne a meno. Il livello del field cresce costantemente e comunque non ci si possono porre limiti in una professione nella quale il guadagno fisso non esiste. Quando sei già bravino, poi, per crescere non puoi che andare dai migliori: Pokermagia è stata una scelta obbligata o quasi.

Chi è il tuo coach e su che cosa state lavorando?
Il mio coach è Marco "Iloozeallinz" Simoncini; se oggi ho un gioco che poggia su basi tecniche precise lo devo a lui. In precedenza ero un giocatore casereccio, vincente ma casereccio. Vincevo di istinto, o sarebbe meglio dire "di prepotenza" dato che nel dubbio, io, mando sempre la vasca...

Di preciso su quali argomenti ha concentrato l'attenzione "Looze"?
Le basi tecnico-matematiche: combo, equity, fold equity con particolare riferimento all'action al river e al gioco contro i fish calling station. Simoncini è molto aggressivo ma l'aggressività che attua ed insegna è calcolata con le virgole.

Oltre a Marco hai avuto modo di fare lezione con altri coach?
Parlando strettamente di lezioni, se la memoria non mi inganna direi di no. Però ho avuto modo di scambiare delle idee di recente con Stefano "Scienziato" Cordoni, il direttore tecnico della scuola, e comunque mi confronto di frequente con Patek91, Anita, Kousen, Mic. E poi ovviamente con Alessio "The Hurricane" Traverso l'amico che mi ha fatto scoprire Magia e con il quale studio praticamente tutti i giorni. Infine che dire di Garrincha, il mental coach della scuola? Il suo supporto costante vale oro, soprattutto per uno come me che in una sessione arriva a swingare 15 stack.

Pare che il coaching sia solo una dei tanti aspetti della scuola...
Esattamente, non voglio dire che non sia il più importante, ma di certo chi non ha mai fatto questa esperienza rischia di sottovalutare tutti gli altri. Ribadisco: a meno di non essere Galfond o giù di lì non vedo come si possa fare a meno di un tale supporto.

intervista a cura di Massimo Valz Gris

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