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La sopravvivenza nei tornei, concetto sorpassato nel nuovo poker

Ci imbattiamo oggi nel tormentato e a volte sopravvalutato mondo della sopravvivenza nei tornei. Ci sono giocatori che ne fanno una sorta di bandiera della propria carriera, altri che lo considerano un concetto datato e decisamente superato. Se “in medio stat virtus“, è un detto da seguire in ogni comparto della nostra vita, noi di Assopoker stiamo sempre nel mezzo.

Cash game e torneo

Cominciamo a capire intanto quale significato possa avere il concetto di “sopravvivenza nei tornei”.

La maggior parte dei giocatori, degli osservatori e di chi ha frequentato per almeno un periodo della sua vita un tavolo da poker, ha sempre percepito da ogni parte che la più grande distinzione che si può fare all’interno di una disciplina come il nostro gioco, è quella tra il poker da torneo e quello cash game.

Questa macro suddivisione ha sempre messo in evidenza, e questa è una analisi incontestabile, la notevole differenza tra le due specialità, tanto da essere indicate come due discipline completamente differenti.

Non è questa la sede per mettere nero su bianco le differenze, ma basta andare a cercare qualsiasi articolo che tratta una comparazione tra le formule su Assopoker e sarete serviti.

La sopravvivenza nei tornei

Se nel cash game non occorre stare attenti a potenziali eliminazioni, visto che una volta che terminano le chips, c’è la possibilità di tornare alla cassa e ricaricare il proprio stack, durante un torneo, nel caso in cui non esistano forme particolari come rebuy e re-entry (che in questo periodo storico sono, per la verità, tutt’altro che particolari), il problema si pone e come.

Da qui il concetto di “sopravvivenza nei tornei”. Esso altro non è che l’idea che prima dell’accumulo delle chips, soprattutto in momento del torneo come la “early stage“, o fase iniziale, occorra dare la priorità a rimanere all’interno  del torneo stesso. 

Questo concetto, che negli anni passati era considerato addirittura una forma mentis, si rifaceva ad un detto calcistico somigliante al nostro “primo non prenderle“, nel senso prettamente difensivo del termine.

Peraltro, durante un torneo, vigeva l’esclusiva idea che, al termine di un evento ne rimane soltanto uno. Se è vero come è vero che la vittoria di un torneo è riservata ad un solo partecipante, il tramite per arrivare alla vittoria non è comune per tutti i giocatori.

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Stili e modalità di gioco

È anche per questo motivo che la diatriba tra i vari stili di gioco è così affascinante. Origina discussioni, crea dibattiti e alla fine nessuno può avere ragione.

In realtà il concetto di sopravvivenza trova diritto di cittadinanza nel momento in cui non ci si fossilizza esclusivamente su di esso. Esiste, gioco forza, l’istinto di preservare le proprie chips evitando di sperperarle in giocate fantasiose soprattutto ai primi livelli, ma questo non significa che ci si debba alzare metaforicamente dal tavolo.

Esistono le occasioni e le opportunità di prendere delle chips dagli avversari in qualsiasi momento del torneo. E questo a prescindere dallo status di giocatore con il quale ci bollano i nostri avversari.

Quindi, va bene lo spirito di sopravvivenza, ma sopravvivere significa anche aumentare lo stack in previsione di una sopravvivenza più lunga…

In medio stat virtus. 

 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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