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Avversione alle perdite poker

Strategie di poker: l’avversione alle perdite, il nemico numero uno dei giocatori

Luis Fernando Verissimo, famoso scrittore brasiliano, dice che un uomo conosce veramente se stesso in due situazioni: quando ha una pistola puntata addosso o quando corteggia una donna. Questo perché probabilmente Verissimo non conosce il poker, altrimenti aggiungerebbe una terza possibilità.

Cioè quella di un uomo messo di fronte alla possibilità di perdere una buona parte del suo bankroll in una singola sessione di gioco: in quel momento, verrà fuori il suo grado di avversione alle perdite.

Avversione alle perdite: che cos’è

In psicologia, l’avversione alle perdite è collegata all’endowment effect, un effetto che si riferisce alla tendenza di una persona a sopravvalutare ciò che possiede. Un po’ come quando provate a vendere una vostra vecchia maglietta su Internet, alla quale siete molto affezionati: per voi vale molto, è quasi una rarità, e probabilmente cercherete di ricavarne più di quanto valga davvero.

Anzi, potreste perfino offendervi ricevendo offerte per un quarto del valore che gli avete attribuito: questo è un tipico effetto dell’endowment effect. Secondo lo psichiatra Richard L. Peterson, molte persone valutano negativamente le perdite in maniera due volte più intensa di quanto valutino positivamente le vincite, come si legge nel suo Inside the Investor’s Brain.

In altre parole, il dolore di una perdita è doppio rispetto alla gioia di una vincita della medesima portata.

L’avversione alle perdite quando si vince…

Se vi è mai capitato di giocare ai low stakes o ai micro stakes online, sicuramente vi sarà capitato qualcosa del genere: un giocatore si siede ad un tavolo e, con un po’ di fortuna, riesce a raddoppiare il suo stack iniziale molto velocemente. Tempo zero, e quella persona si alza dal tavolo.

In realtà, questa situazione può manifestarsi in due modi diversi. Se un giocatore lascia semplicemente il tavolo poco dopo aver vinto molte chip, si definisce hit and run; se invece prende una parte delle sue chip mentre è ancora in gioco, si definisce going south – ma di solito è proibito dalle room.

… e quando si perde

Quando un giocatore di poker si siede al tavolo di una partita cash, di solito lo fa con una percentuale di bankroll che è disposto a perdere, visto che fa parte del gioco incappare in sessioni vincenti e sessioni perdenti.

In realtà, questo ragionamento è un errore, perché una volta entrati in partita, il buy-in non vi appartiene più, che si tratti di cash o torneo. Per alcuni giocatori è molto difficile pensarla in questi termini, perché anche perdere più di metà del buy-in è qualcosa di quasi insopportabile.

E cosa fanno quando succede? Cercano di recuperare le perdite.

È un po’ come un investitore che vede il prezzo di un asset che aveva acquistato perdere di valore nel tempo: se esiste la possibilità di recuperare quella perdita, eviterà di vendere quell’asset più a lungo possibile.

 

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Come sfruttare la avversione alle perdite altrui

Se giocate allo stesso tavolo con chi soffre troppo di avversione alle perdite, potrebbero succedere tre cose:

  1. Quel giocatore vince immediatamente e poi se ne va
  2. Quel giocatore vince, non in maniera esagerata, e rimane a giocare
  3. Quel giocatore perde

Nel primo caso, potreste sentirvi frustrati, soprattutto se buona parte di quelle vincite viene dal vostro stack, ma in realtà dovreste essere contenti che se ne sia andato, perché ha perso una buona opportunità di sfruttare il suo momento e di portarvi via altre chip.

Nel secondo, potete diventare più aggressivi nei suoi confronti, cercando di rubare più piatti, perché il vostro avversario sarà un po’ più conservativo, nella speranza di non sprecare le vincite accumulate così facilmente.

L’ultima è la situazione più complicata, ma potenzialmente la più remunerativa: se adottate uno stile più loose, potete farvi coinvolgere in più piatti contro un giocatore che sta già perdendo, perché se non riuscirà a recuperare velocemente il suo denaro, probabilmente tilterà e voi potrete approfittarne.

Come risolvere il vostro problema

E se siete voi, e non il vostro avversario, a soffrire di un problema di avversione alle perdite?

La risposta, come diceva il santone Quelo di Corrado Guzzanti, è dentro di voi – solo che in questo caso non è sbagliata. Potete gestire queste emozioni, dopo aver accumulato sufficiente esperienza, stando a quanto afferma il già citato Peterson.

L’importante, spiega lo psichiatra, è avere un piano. Nel poker, questo si traduce nel decidere a priori in quali circostanze rimarrete seduti al tavolo e in quali invece vi alzerete.

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