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Bet365 banna 200 scommettitori perché "vincenti" in Spagna, un bettor guadagnava €10.000 al mese

Dopo lo scandalo di aprile nell'ippica britannica con diverse società di scommesse coinvolte, con 20.000 conti bannati perché appartenenti a 7.000 gamblers "vincenti", questa volta a farne le spese sono 200 clienti di Bet365 in Spagna. Secondo 'El Pais' i punters sono stati allontanati dalla società di Stoke-on-Trent, perché "non vantaggiosi per la compagnia".

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Ad accusare la prima società di scommesse occidentale è uno di questi 200 bannati che ha denunciato tutto alla stampa spagnola, vedendosi costretto dalla sera alla mattina a non poter più scommettere su Bet365.es, con l'account chiuso. Il provvedimento sarebbe arrivato dopo una serie di ingenti vincite. Il bettor iberico incassava fino a €10.000 al mese.

La stampa accusa

Il caso è finito sulle pagine di tutti i giornali (non proprio una bella pubblicità per il settore) ed i media hanno accusato i book di voler mantenere nel proprio field solo giocatori perdenti, con tagli repentini e troppo frequenti per gli scommettitori più abili.

L'opinione pubblica ha sollecitato l'intervento della Dirección General de Ordenación del Juego (DGOJ) che però si è tirata fuori dalla mischia: la DGOJ - secondo l'agenzia di stampa Agimeg - ha affermato che sua competenza è verificare che i contratti siano regolari: “Decidere se una clausola di un contratto è abusiva o meno è competenza dei tribunali”

Posizione Bet365 e degli avvocati

Bet365 ha affermato che "i giocatori, al momento della sottoscrizione del contratto, sono consapevoli che il bookmaker si riserva il diritto di recedere dal contratto o chiudere un conto a seguito di un giudizio interno insindacabile".

Sugli scudi gli avvocati dei giocatori bannati: “Quelle di chiudere un conto o negare una vincita – ha detto l’avvocato Ricardo Fábrega – sono clausole palesemente abusive”. E' possibile che la querelle arrivi fino alle aule di tribunale e a quel punto  sarebbe interessante capire la posizione dei giudici su un tema antico e dibattuto nel betting.

Scommesse: gioco equo per i bookies inglesi?

A questo punto in terra iberica, e non solo, ci si domanda se le scommesse (per come vengono interpretate dalle società britanniche) sono un gioco equo, visto che i bookies inglesi accettano solo scommettitori perdenti, sbarrando la strada a quelli skillati. Inutile quindi poter pensare ad uno skill game? Sul dot com il ban al gamblers vincente è all'ordine del giorno e solo alcuni allibratori asiatici o "americani" non impongono ban o limiti.

La critica attacca i risk manager britannici mentre in Italia...

Più volte le società inglesi sono finite nel mirino di esperti critici che sostengono da tempo che la gestione del rischio in Gran Bretagna sia troppo spinta e per nulla efficace. Diverso ad esempio è nel betting italiano: i nostri risk manager sono considerati tra i più bravi, considerando l'esperienza maturata in un mercato difficile, visto che una larga percentuale di scommettitori è molto skillata (e i dati sul payout medio lo sostengono) soprattutto nel live betting. In Gran Bretagna invece vi è una maggioranza di gamblers che bettano spesso solo per divertimento in modo del tutto randomico. Ma c'è anche una fetta di punters molto abile che però riceve le eccessive attenzioni dei bookies, soprattutto in sport come il tennis.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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