ScommesseLe sponsorizzazioni nelle scommesse che peso hanno nel calcio sotto il profilo finanziario? Riusciamo a capire l'importanza dei bookmakers nello sviluppo del football europeo?
Secondo una ricerca dell'università di Bristol - ripresa dal Guardian - due terzi delle squadre nei 31 principali campionati continentali hanno almeno un accordo di sponsorizzazione con una società di betting.
In aggiunta a questo, 14 dei 31 campionati analizzati dallo studio hanno una società di scommesse come sponsor principale, mentre 27 club nei primi cinque campionati europei hanno stretto partnership con siti asiatici.
Sponsor e betting, pubblicità chiama pubblicità
La ricerca sui siti di scommesse come sponsor delle squadre di calcio si è soffermata principalmente sulla Premier , dove 11 club su 20 hanno una pubblicità di betting sulla parte anteriore delle loro divise per questa stagione.
Sono sponsorizzazioni che hanno garantito secondo la ricerca dell'Università di Bristol 104 milioni di sterline di entrate per le varie società, circa 125 milioni di euro: più o meno 10 milioni a testa per club.
Altri campionati continentali stanno cercando di mettersi sulla stessa lunghezza d'onda. Ad esempio il campionato olandese ha fatto il pieno di sponsor di scommesse, tutti i 18 club ce l'hanno.
Tuttavia anche in Portogallo, Grecia, Germania, Ungheria, Romania e Bulgaria sono presenti sponsorizzazioni di siti di betting sulle varie maglie. Insomma, anche nei piccoli mercati la situazione è in evoluzione.
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Questo sfidando le varie leggi locali come ad esempio in Belgio, dove le pubblicità di betting sono ristrette solo alle maniche e al retro delle magliette. Cos'hanno fatto i club, allora? Utilizzando "sottomarchi" che incorporano solo una parte del nome dell'azienda, come U-Experts sponsor del Bruges, un'app di notizie realizzata da Unibet con link alla sua offerta di casinò.
In Inghilterra, storicamente la "patria" del betting, secondo la ricerca dell'Università di Bristol nel weekend di apertura della Premier League sono stati trasmessi quasi 30mila annunci pubblicitari sul gioco d'azzardo al pubblico negli stadi e in TV, radio e social media, il 165% in più rispetto all'anno precedente.
Gli sponsor delle maglie rappresentavano meno del 10% di quel totale. Va detto che dal 2026-27 verrà applicato dai principali club della Premier un auto-ban per evitare di mostrare loghi delle aziende di betting sul davanti delle maglie.
La situazione in Italia
Da noi il betting come sponsor sulle maglie delle squadre di calcio è un tema annoso, toccato più volte anche di recente.
Anche l'Inter ha fatto la stessa cosa del Bruges con Betsson.sport, oppure il Parma (AdmiralBet.news) e il Lecce (BetItalyPay).
Il Milan ha addirittura stretto un accordo con un brand che non ha licenza per operare in Italia, Boomerang Bet, nel 2024 e che riguarda i mercati esteri, lo stesso ha fatto la Juventus con una società asiatica.
Il problema principale riguarda la modifica del Decreto Dignità che così tante polemiche aveva scatenato subito dopo la sua stesura.
Correva l'anno 2018 e il Governo in carica sentì la necessità di un una completa regolamentazione del settore in regime di lotta alla ludopatia, la cui principale finalità fu quella di vietare alle società di scommesse italiane, di pubblicizzare qualsiasi evento sportivo all'interno dello stivale.
Questo tipo di revisione del Decreto Dignità, dovrebbe portare aria salubre nelle casse delle società, per via della ritrovata possibilità di ricorrere alla pubblicità indiretta a favore delle società calcistiche italiane, in ordine alle sponsorizzazioni da parte degli operatori di betting.