Mancano ancora dei mesi al 5 novembre 2024, fatidico giorno delle Elezioni Presidenziali negli Stati Uniti D'America, e i giochi sono ancora aperti. Donald Trump è sempre il favorito per tornare alla Casa Bianca, ma la rinuncia del presidente in carica Joe Biden rimescola le carte, paradossalmente in favore proprio dei Democratici.
Vediamo allora come i bookmakers vedono la situazione, dalle quote sulle Elezioni USA.
In questo Articolo:
Donald Trump: dalla vittoria certa alle nuove incognite, resta lui il favorito
Nonostante le diverse beghe giudiziarie, dall'assalto a Capitol Hill fino alla recente condanna per tutti e 34 i capi d'accusa nel processo sui presunti pagamenti in nero per coprire il silenzio dell'ex pornostar Stormy Daniels, Donald Trump aveva scavato comunque un solco, tra sé e Joe Biden, nel cuore degli elettori americani.
I tentennamenti del presidente in carica, la sua netta sconfitta nel dibattito pubblico con il tycoon e i crescenti problemi di salute, hanno concorso a rendere Trump un favorito netto, nella corsa alla poltrona nella stanza ovale.
Invece, un po' a sorpresa rispetto agli scenari che sembravano profilarsi, Joe Biden ha passato la mano. Il presidente in carica ha rinunciato a ricandidarsi, dando il suo endorsement ufficiale alla sua "delfina" designata: Kamala Harris.
La Harris, 60 anni il prossimo 20 ottobre, è l'espressione di un'America multirazziale (padre giamaicano, madre indiana) ed è arrivata in politica dopo una solida carriera con la toga, da vice-procuratrice della Contea di Alameda al suolo di procuratrice generale della California. In Senato dal 2016, quattro anni dopo viene scelta come vicepresidente designata proprio da Joe Biden.
Già prima donna facente funzioni da Presidente degli Stati Uniti (quando Biden era momentaneamente fuori causa per un intervento chirurgico), Harris potrebbe essere anche la prima donna che diventa POTUS a tutti gli effetti.

Il ritiro di Biden ha riaperto la corsa alla Casa Bianca?
Joe Biden, che dichiarato di aver passato il testimone per salvare la democrazia, ha detto che servono voci nuove (ma lui e i Dem potevano anche pensarci prima) e che Harris è una tosta e capace. Le perplessità su Kamala Harris erano di due ordini: in parte interne, in parte esterne.
Quelle interne sono relative alle vicende interne allo schieramendo democratico, e al rischio di spaccature. In tal senso, aveva dato qualche perplessità l'iniziale freddezza di un elemento molto influente come Nancy Pelosi, prima speaker donna nella storia degli USA. Pelosi ha però corretto il tiro, appoggiando pienamente la candidatura di Harris e compattando di fatto il partito.
Il secondo ordine di problemi è relativo proprio alla collocazione socio-politica di Kamala Harris, che incarna quell'America multietnica e pienamente integrata nel sistema, che costituisce la maggioranza del paese nelle due coste, ma che stenta molto di più ad affermarsi nella pancia del paese, quella degli stati centrali. E manca ancora un pronunciamento ufficiale da parte di Barack Obama, che avrebbe a sua volta un peso specifico non indifferente.
Di certo, però, Harris costituisce un'opzione migliore di Biden in ogni aspetto, perché il presidente in carica è una figura troppo debole (anche per questioni anagrafiche e di salute) per poter davvero essere "da corsa".
Inoltre, Harris ha ottenuto anche il pesante endorsement da parte di Alexandria Ocasio-Cortez, leader dell'ala più di sinistra del Partito Democratico e che dunque potrebbe spostare una fetta notevole di elettorato progressista.
Sarà Trump vs Harris: i dubbi degli schieramenti
Mentre scriviamo, Harris e Trump sono ragionevolmente certi di essere i candidati definitivi.
"The Donald" è il candidato ufficiale del GOP, anche se su di lui pesano ancora le vicende giudiziarie. A maggio, una corte di Manhattan aveva condannato Trump per la vicenda Daniels, ma sullo sfondo c'è anche l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 20212 e il processo che vede anche Trump tra gli imputati. La sentenza è slittata a settembre, ma l'immunità parziale di Trump sentenziata dalla Corte Suprema il 1 luglio scorso rischia di farla slittare ancora. E se, nel frattempo, egli dovesse tornare a essere inquilino della Casa Bianca, è facile prevedere che l'intero processo verrebbe bloccato o smontato.
Per quanto riguarda Kamala Harris, non è ancora la candidata ufficiale del Partito Democratico, ma la sua incoronazione ufficiale dovrebbe comunque arrivare il 18 agosto prossimo, con la convention di Chicago. Solo allora partirà realmente la campagna elettorale, in vista di un Election Day che è già rovente.
Elezioni Presidenziali USA: le quote dei bookmaker e il favorito
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