Siete pokeristi e anche appassionati di cannabinoidi? Alle prossime WSOP di Las Vegas potreste trovare interessanti novità...
Martedì scorso, con 12 voti a favore e 9 contrari, la proposta di legge 236 è passata in Senato e adesso è attesa a un passaggio nella camera bassa dello stato del Nevada. Cosa dice questo Senate Bill 236? In sostanza, lascia libertà ai governi locali di dare il via libera ai cosiddetti "Marijuana social clubs".
Si tratterebbe degli unici luoghi pubblici in cui sarebbe possibile consumare questo tipo di sostanze, per il resto ancora severamente vietate su larga parte del territorio nazionale. Infatti, quello del senato del Nevada appare come una mossa in controtendenza con un regime invero piuttosto prudente anche da parte di stati all'avanguardia, su questo versante, come il Colorado.

Lì, all'inizio di questo mese, si è assistito alla frenata di quello che poteva diventare il primo regolamento ufficiale per i "coffee shop all'americana". La paura di scatenare un giro di vite da parte del governo federale ha avuto un grosso peso, nella gestione di questa vicenda. Una prudenza che comunque non pare avere il senatore Tick Segerblom, primo firmatario di questa proposta di legge che, se approvata, porterebbe allo stato del Nevada circa 70 milioni di dollari all'anno in tasse.
Ma come stanno le cose ad oggi? I turisti - pokeristi o meno - che avessero voglia di consumare spinelli a Las Vegas e in tutto il Nevada del sud, si trovano di fronte a un curioso paradosso: qualunque individuo maggiorenne può infatti possedere fino a 1 oncia (poco meno di 30 grammi) di marijuana, ma per la legge entrata in vigore il 1 gennaio scorso potrebbe consumarla solo in una residenza privata e mai in pubblico.
L'approvazione dei "pot lounges" porrebbe fine a questo paradosso, perchè darebbe ai consumatori di cannabinoidi un luogo legalmente riconosciuto per tale attività.
L'accoppiata poker & marijuana non sarà comunque semplice. Nessuna pot lounge potrà mai nascere all'interno di nessun casinò, che - come riporta il Las Vegas Review - sono stati già ammoniti: all'interno delle case da gioco e loro proprietà l'erba è totalmente bannata, pena la perdita della licenza.
Per i pokeristi che non vogliono rinunciare alla "fumatina", in attesa dei pot lounge l'unica alternativa possibile è affittare appartamenti o ville fuori dalla Strip, dove presto si potrebbero creare delle vere e proprie zone di tolleranza. Meno comode delle camere di hotel, soprattutto se già interne ai casinò dove si intende giocare, ma non si può avere tutto dalla vita...