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Barry Greeenstein è stato uno dei giocatori della vecchia guardia ad aver sfiorato un nuovo braccialetto: il pro di PokerStars è giunto infatti terzo nel Limit Hold'em Championship, ma spiega di non aver nessun rimpianto per questo risultato.
Parlando a PokerTube infatti dice: “Il giocatore che lo ha vinto, Daniel Idema, è stato chipleader praticamente per tutto il torneo. Sul finale ho giocato alcune mani che avrebbero potuto portarmi in testa, ma le ho perse. Ho comunque vinto le mani fondamentali che mi avevano concesso di arrivare deep”.
Barry racconta infatti come le carte lo abbiano favorito durante il gioco, ragione per cui non ha particolari recriminazioni: “Non giocherei nessuna mano diversamente da come ho fatto. Ho spillato gli assi una decina di volte, e non sono mai stato scoppiato, per cui ho anche avuto la fortuna che le mie carte non abbiano trovato board sfavorevoli”.
Geenstein spiega inoltre che, quando ci si trova a giocare un Championship di una variante non troppo popolare, bisogna più fare attenzione agli specialisti anonimi che non ai nomi altisonanti: “Scorrendo la lista dei presenti ci sono molti nomi che suonano come nuovi, e non di rado si rivelano essere giocatori più abili rispetto ai più blasonati, che giocano qualsiasi evento da 10.000 dollari pur non essendo degli specialisti. Ecco perché a volte quello che sembra un tavolo difficile non lo è affatto, e viceversa”.
Frasi che, del resto, ci erano state confermate in altre occasioni anche da giocatori italiani come Dario Alioto o Michele Limongi, che talvolta pur trovandosi a competere contro giocatori molto conosciuti sentono di avere edge, perché chi proviene dal No Limit Hold'em non di rado è in difficoltà su altri terreni: a meno che insomma non ci si chiami Matt Perrins, quando ci si approccia a certi tornei sarebbe sempre opportuno arrivarci adeguatamente preparati...
