Premessa: un problema c'è ed esiste e riguarda le dipendenze nel gaming. E' necessario trovare soluzioni efficaci per contrastare effettivamente la ludopatia, ma va fatto non con slogan elettorali ma con interventi mirati. A nostro avviso è importante regolamentare in modo intelligente e mirato la pubblicità in televisione e su ogni canale, ma farlo con responsabilità, equilibrio e competenza.
I provvedimenti contenuti nel Decreto Dignità invece scontentano tutti e difficilmente tuteleranno qualcuno. Il mondo del calcio è sul piede di guerra, i media pure, tutto per che cosa? Perché questo decreto non tutela i giocatori (riguarda solo il 5% della spesa) ma provoca danni ingenti allo Sport italiano, ai media (il rivale politico Berlusconi perderà con Mediaset circa 50 milioni, coincidenze?), all'occupazione e compromette il mercato legale del gioco online. Un provvedimento talmente cervellotico che non sfiorerà neanche slot e Vlt, altro che lotta alle dipendenze...
In questo Articolo:
- 1 Coperture finanziarie solo 200 milioni? Stime al ribasso...
- 2 Baldissoni (Roma): "si ritorna al totonero, tutto frutto del populismo"
- 3 Fenucci (Bologna): "il calcio perde subito 100 milioni, una follia!"
- 4 L'obiettivo è tornare al mercato da "far west" degli anni '90?
- 5 Il Messaggero: "salta il sistema calcio"
- 6 Concessionari legali discriminati
- 7 Serie A diventerà campionato minore
- 8 Preziosi (Genoa) durissimo: "altro che ridurre dipendenza, si alimentano mercati illegali..."
- 9 Figc e Lega si muovono per quantificare i danni
- 10 Corriere dello Sport: "una catastrofe per l'intera economia nazionale, miliardi di mancato gettito"
- 11 "Diritti tv al tracollo, quanti posti di lavoro a rischio?"
- 12 "La realtà dei fatti: danni per 900 milioni"
Coperture finanziarie solo 200 milioni? Stime al ribasso...
Su certi temi abbiamo condiviso l'opinione di Luigi Di Maio (tessera del giocatore) ma l'abolizione della pubblicità è un grave danno al mercato legale e non risolve nulla nel contrasto alle dipendenze. La Lega Nord e il Ministero dell'Economia vogliono dare vita a un provvedimento del genere? Ed inoltre dai conti dei media e del sistema calcio, gli ammanchi sarebbero parecchio ingenti, altro che 200 milioni di euro all'anno prospettati dal MEF. Vi è una questione di incostituzionalità sulle coperture e il Ministero del Tesoro deve fare bene i conti prima di dare il via libera ad un decreto senza il minimo delle coperture finanziarie.
Pensiamo solo al mancato incasso dell'IVA su sponsorizzazioni, spot tv etc. La Gazzetta quantifica solo per quello 200 milioni di euro, più altri 200 di gettito diretto dell'online e siamo a 400 milioni. Ma ci sono poi anche altri giochi che ne risentirebbero.
Baldissoni (Roma): "si ritorna al totonero, tutto frutto del populismo"
La Serie A si ribella contro il ban della pubblicità e delle sponsorizzazioni voluto dal Ministro Luigi Di Maio. La preoccupazione di manager e presidenti è soprattutto di tenuta del sistema ma è anche sulle conseguenza proprio sull'offerta e sull'efficacia del ban che si è focalizzata l'attenzione.
Ad intervenire a piedi uniti è il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni sul Messaggero: "è un provvedimento che sa di populismo, che trasformerebbe l’Italia in una enclave con il rischio del ritorno al toto nero”.
Fenucci (Bologna): "il calcio perde subito 100 milioni, una follia!"
Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna, non usa mezzi termini: “una follia. Il calcio perderebbe immediatamente 100 milioni di euro di risorse”. Per l'agenzia di Stampa Agipronews andrebbero in fumo addirittura 200 milioni di investimenti con il rischio forte anche per i diritti televisivi ed i media. In questi giorni si sono diffusi anche rumors su un possibile aumento del canone di Sky per tamponare la mancanza di inserzionisti del betting, visto che la tv satellitare si assicurata i diritti tv ad un prezzo molto oneroso.
L'obiettivo è tornare al mercato da "far west" degli anni '90?
Enrico Preziosi, presidente del Genoa, va oltre: “Dove si mira? A tagliare le risorse al sistema”. Anche perchè è noto a tutti che questo provvedimento non tutela nessuno visto che va a colpire solo l'online, ovvero circa il 5% della spesa dei giocatori. Tutta propaganda, forse come ha detto Baldissoni, frutto del populismo, altro che lotta alla ludopatia, le misure da intraprendere sono altre e su questo condividiamo le iniziative del Governo. Ma pubblicità e sponsorizzazioni vanno regolamentate (anche con messaggi più responsabili) ma non vietate, il sistema dello sport italiano e delle scommesse rischierebbe di ritornare agli anni '90, al far west, con un assist perfetto per l'illegale.
Il Messaggero: "salta il sistema calcio"
Il Messaggero analizza: “La seconda fonte di fatturato per le Tv che trasmettono partite di calcio in Inghilterra, viene dalla pubblicità durante gli eventi, mentre la prima voce di fatturato per le squadre di premier proviene dai diritti Tv. Eliminare le sponsorizzazioni, equivarrebbe a far saltare il sistema”.
Concessionari legali discriminati
"Le società di scommesse che hanno una concessione da parte dei Monopoli di Stato (il cosiddetto «gioco legale»), non potranno fare nemmeno pubblicità on line, mentre i vari Google, Facebook, etc, potranno liberamente raccogliere le inserzioni dei bookmaker esteri non autorizzati in Italia, con il rischio di spostare raccolta all’estero”.
Serie A diventerà campionato minore
In altri paesi non esiste una misura del genere, semmai è tutto regolamentato, disciplinato e le leggi rispettate alla lettera. Secondo Agimeg, il 45% delle squadre della Premier League ha addirittura come sponsor sulla maglietta un brand di una società di scommesse. Aggiungiamo noi che i bookmakers sostengono la florida industria dell'ippica inglese che dà occupazione a migliaia di persone.
In Francia non solo ci sono le sponsorizzazioni, ma lo Stato redistribuisce parte del gettito delle scommesse alle squadre, che hanno più soldi da investire anche nel calciomercato. Eliminare le sponsorizzazioni è un provvedimento che non ha alcuna logica tecnica, legale e trasformerebbe la Serie A in un campionato minore.
Preziosi (Genoa) durissimo: "altro che ridurre dipendenza, si alimentano mercati illegali..."
Preziosi spara a zero sulla Gazzetta dello Sport: “Lo scopo è di ridurre la dipendenza? Ma così si alimenterebbero le puntate all’estero, per non parlare dei circuiti illegali. È un provvedimento senza senso e populista, che penalizzerebbe un sistema come quello calcistico che già fatica a stare in piedi. Sarebbe una mazzata e non risolverebbe nemmeno il problema che si vuole affrontare”.
Preziosi poi fa il paragone con le sigarette. “Voi pensate che la gente abbia smesso di fumare dopo che sui pacchetti sono comparsi quegli slogan sui rischi del fumo? Non è cambiato nulla. Di solito i divieti non fanno che alimentare ancora di più certe pratiche. Sono proprio arrabbiato”.
I vertici di Logico (l'associazione dei concessionari online) intervistati da Milano Finanza: “A loro parere, il divieto in discussione potrebbe produrre effetti opposti a quello auspicato. Per le piattaforme online concessionarie, infatti, la pubblicità rappresenta un importante elemento di distinzione rispetto a quei siti che operano in assenza di autorizzazione statale e che quindi non sono sottoposti alla vigilanza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”.

Figc e Lega si muovono per quantificare i danni
Agimeg poi segnala il Report Calcio della Figc: “in Serie A su un totale di 681 accordi di sponsorizzazione il 2% riguarda il betting. All’estero l’incidenza maggiore si registra in Inghilterra (8%) e Turchia (9%) e nelle dieci top league si contano 23 sponsor di maglia del settore. Al momento in Serie A nessuna squadra ha una società di scommesse come jersey sponsor ma la metà dei club vanta accordi commerciali che vanno dalla cartellonistica allo stadio alle campagne di marketing con i calciatori. Per un club medio si tratta di contratti che oscillano tra 500mi1a e un milione di euro, ovviamente di più per le big. La Lega sta studiando l’impatto che lo stop alle pubblicità provocherebbe sui bilanci delle società di A”.
Corriere dello Sport: "una catastrofe per l'intera economia nazionale, miliardi di mancato gettito"
Non fa sconti il Corriere dello Sport: "Più letale di qualunque piaga biblica, tenebre e cavallette incluse. Quando manca la grazia del pensiero, non resta che l’uso della mannaia. Che in questo caso prova a imbellettarsi con un effetto travesti tra il sinistro e il grottesco, dotandosi del vezzoso nome di “decreto dignità”.
“ll divieto assoluto della pubblicità sull’azzardo, prima ancora che uno spiegabilissimo orrore concettuale ai confini della demenza, sarebbe una catastrofe per l’intera economia nazionale. Miliardi di euro di mancato gettito, tra fonti dirette e derivate. Denaro sottratto alle già pericolanti casse di comparti strategici pubblici e privati, quali le entrate fiscali, i media, lo sport. A cominciare dal sistema calcio (tra le prime dieci industrie del Paese, con un giro d’affari di 13,7 miliardi), in cui l’allarme rosso è scattato già da anni, molto prima che i cecchini pentastellati si presentassero alle porte in assetto da plotone d’esecuzione”.
"Diritti tv al tracollo, quanti posti di lavoro a rischio?"
“Capitolo fondamentale - si legge nella rassegna di Agimeg - quello dei diritti tv, come dire il vincolo di sopravvivenza per il calcio italiano. Anche qui, soprattutto qui, l’effetto sarebbe letale in termini di budget decapitati. Azzerata la raccolta pubblicitaria televisiva legata alle scommesse (un affare da 70 milioni l’anno, di cui 35 solo a Mediaset), di quanto sarebbe svalutato e dunque impoverito il prodotto calcio? Vogliamo parlare di quanti posti di lavoro a rischio e del probabile massiccio ritorno del mai estinto del tutto fenomeno delle scommesse clandestine?”.
"La realtà dei fatti: danni per 900 milioni"
Libero quantifica i danni di una misura inutile: “Le buone intenzioni del vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio che lo guidano nella lotta alla ludopatia sembrano avere un nemico coriaceo: la realtà dei fatti”.
Il ban della pubblicità farebbe “perdere allo Stato 700 milioni di mancato gettito in tre anni, oltre a cancellare il budget di 200 milioni all’anno che le società di giochi e scommesse investono in sponsorizzazioni e prevalentemente, 120 milioni, nel calcio”.
Al momento “Bwin è sponsor dell’Inter, Betfair è legata alla Juve, Snai alla Roma e al Milan, Planetwin365 va a braccetto col Napoli, Eurobet con il Cagliari, Lazio, Sampdoria, Genoa e Udinese. E il gioco del pallone si impoverirebbe anche attraverso il minor valore dei diritti tv, è stato calcolato, per 70 milioni”.