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Sopravvissuti alla strage di Las Vegas, presenti anche nella sparatoria in California: illesi

Nel poker siamo abituati a parlare di odds, di quote e probabilità che un evento accada, pronti a etichettare noi stessi o il prossimo con le varie patenti  di sfortuna e fortuna. Ma il nostro è solo un gioco, e il peggio che possa accadere è che al river caschi l'unica carta del mazzo che ci fa perdere.  La verità è che la good run è meglio tenerla per cose più importanti. Come è accaduto, per esempio, a un gruppo di persone appassionate di musica country.

Nicholas Champion e i sopravvissuti a due stragi

Ai primi di ottobre dello scorso anno Nicholas Champion e un'altra cinquantina di ragazzi erano proprio lì, a Las Vegas, in mezzo alla folla sulla quale Stephen Paddock aveva sfogato tutta la sua follia omicida. Tutti illesi, grazie a Dio, ma prevedibilmente sotto shock. Da allora, insieme a moltissimi altri non finiti tra le 59 vittime della strage, Nicholas si era unito a un gruppo di auto-aiuto che riuniva tutti i sopravvissuti a quell'evento tremendo.

Poco più di un giorno fa, Champion e altri amici del gruppo erano al Borderline Bar & Grill di Thousand Oaks, nei pressi di Los Angeles. C'era una serata studentesca dedicata alla musica country e loro avevano deciso di esserci, come capitato altre volte. Ciò che non era prevedibile è che anche lì si scatenasse una nuova follia omicida. Stavolta si tratta di Ian David Long, 28enne ex marine con apparenti problemi psichici. Armato di una Glock calibro 0.45, Long è entrato nel pub lanciando un fumogeno, quindi ha iniziato a sparare uccidendo 13 persone e ferendone almeno altrettante.

Tra queste, miracolosamente, non c'erano né Nicholas Champion né i suoi amici. "C'è gente che vive una vita senza vedere una cosa del genere, e c'è gente che l'ha vissuta per due volte nell'arco di 13 mesi". Lo ha dichiarato al Los Angeles Times Chandler Gunn, un altro dei sopravvissuti ai due attacchi.

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Sopravvivere a 2 sparatorie in 13 mesi: are you kidding me?

Sopravvivere a due tremende stragi e in un intervallo di tempo così breve. Sembra uno scherzo e sfido chiunque a calcolare le probabilità che ciò accada. L'aspetto incredibile è che, pensandoci, si oscilla tra la sfortuna di avere vissuto un tale shock e la fortuna di poterlo raccontare, entrambe le volte. Quando vi sentite sfortunati dopo un monoout preso in faccia a poker, pensate a che faccia possa avere la good run, e sperate di incontrarla nei momenti che contano davvero.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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