Il sogno di diventare campione del mondo Fabiano Caruana l'ha accarezzato a lungo, ma alla fine a trionfare è stato l'eterno rivale. Magnus Carlsen, 27enne norvegese numero 1 al mondo, ha infine confermato il titolo vinto 2 anni fa dopo una finale lunga, equilibratissima e in cui non sono mancate sorprese né polemiche.
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Carlsen vs Caruana: il norvegese si conferma campione dopo grandissimo equilibrio
Si è trattato della prima volta che una finale ha visto 12 patte su 12 partite, per un grandissimo equilibrio che ha infine favorito proprio il campione uscente. Per quale motivo? Il regolamento stabilisce che, in caso di parità dopo le 12 partite previste, si proceda a uno spareggio. Quest'ultimo si disputa al meglio delle 4 partite e si disputa in modalità "rapid". Ogni giocatore ha 25 minuti a disposizione anziché i 60 della modalità classica, con 10 secondi di aggiunta per ogni mossa.
Le 12 partite sono state tutte molto equilibrate, con Carlsen che ha buttato alle ortiche la vittoria nella prima partita e Caruana che è andato vicinissimo a far segnare una vittoria in almeno 3-4 circostanze, in particolare nell'ottavo match.
Il giallo della dodicesima patta
Nel 12° match, però, c'è stato un finale particolare che non ha mancato di destare polemiche. Caruana era letteralmente alle corde, in una situazione di svantaggio posizionale a cui si aggiungeva poco tempo rimasto nel proprio orologio di gioco. Tuttavia Carlsen ha offerto la patta all'avversario, il quale ha accettato dando così vita allo spareggio.
Carlsen vs Caruana: allo spareggio "turbo" il norvegese passeggia
Questa situazione la dice abbastanza lunga su quanto sia discutibile tale formula. Carlsen è notoriamente un fenomeno nelle partite veloci: il danese non ha infatto mai perso uno spareggio "turbo" in carriera. Il campione norvegese era talmente "confident" sulle proprie chance nel rapid che ha offerto lui stesso la parità all'avversario nella dodicesima sfida. Un modo per avere qualche ora di riposo in più e prepararsi così per uno spareggio da affrontare, questo sì, da netto favorito. Infatti oggi Carlsen ha letteralmente dominato, portando a casa il titolo in tre partite.

I problemi della formula
Dunque ha vinto il migliore, al termine di una equilibratissima finale contro il secondo miglior giocatore al mondo. Dove è il problema, direte voi? Secondo molti appassionati il problema è nella formula attuale. Nel panorama scacchistico attuale 12 partite non sono molte, per sbrogliare situazioni di grandissimo equilibrio come sono quasi sempre quelle tra i giocatori dell'elite mondiale. Oggi ci sono sistemi di allenamento e preparazione delle partite avanzatissimi, che affinano al massimo cervelli già scacchisticamente prodigiosi. I software aiutano molto, nella preparazione delle possibili linee strategiche da seguire e nei piani alternativi da elaborare. Ne consegue che i vantaggi che un giocatore può prendersi sull'altro sono davvero esigui. Dunque, se la patta diventa un risultato molto probabile allora chi è abile nella modalità rapida diventa nettamente favorito.
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Carlsen e una "melina" che conviene
I maligni potrebbero pensare che Carlsen abbia puntato apertamente alla patta, per poi far valere il suo "edge" nello speed chess. Effettivamente il campione del mondo si è difeso puntando al pareggio in molte delle 12 partite di finale, e il gesto di offrire la patta alla 12esima conforta questa ipotesi. Che non va a inficiare i meriti di Carlsen, beninteso, ma racconta di una formula che qualche difetto - e nemmeno troppo nascosto - ce l'ha.

Caruana, sarà per la prossima
Spiace per Fabiano Caruana. Spiace anche se lui gioca per la bandiera statunitense e se, pur con sangue italianissimo nelle vene, in verità parla a malapena la nostra lingua. Stuzzicava però l'idea del primo italiano con la possibilità di diventare campione del mondo di scacchi. Anzi, l'idea stuzzica ancora: sotto con il 2020!