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Ian Bishop

Le mille vite di Ian Bishop, dalla Premier League all'arte. E quella volta al Main Event...

Gli appassionati di calcio e di Premier League di vecchia data se lo ricorderanno bene, Ian Bishop. Centrocampista d’ordine, ambidestro, non tanti gol nelle gambe ma una visione di gioco e di pensiero inversamente proporzionali ad una velocità non propriamente eccelsa.

Oggi, a 54 anni, l’ex di West Ham e Manchester City vive in Florida, dipinge quadri – con risultati davvero notevoli – e si prende cura di uno stupendo esemplare di cacatua. Intervistato dal Daily Mail, Bishop ricorda anche di quella volta in cui, da grande appassionato di poker quale è, partecipò alle World Series of Poker.

Ian Bishop
Ian Bishop oggi

Chi è Ian Bishop?

Nato il 29 maggio del 1965 a Liverpool, Ian Bishop comincia la sua carriera di calciatore professionista nell’Everton, nella stagione 1983-1984, dove però scende in campo soltanto una volta, per poi andare in prestito al Crewe Alexandria.

Ma è nel Carlisle United che si impone, collezionando 132 presenze e 14 reti in quattro stagioni, prima di passare al Bournemouth e al Manchester City (per un primo stint). Nel West Ham United, dove approda nel 1989, diventa un idolo: nove stagioni, 255 gettoni e 12 reti, prima di tornare al City ed essere tra i protagonisti di una storica doppia promozione.

Nel 2001, Bishop si trasferisce ai Miami Fusion. È l’inizio della sua parabola discendente, che si concluderà tre anni dopo nei New Orleans Shell Shockers, dove chiuderà la carriera nel 2004.

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Anche meglio di Gascoigne

La passione di Ian Bishop per il calcio esplode sin dall’infanzia. “A quattro anni sapevo che avrei voluto diventare un calciatore. Non mi ricordo neppure se fossi sinistro o destro. Ero il giocatore più lento mai visto, quindi dovevo compensare usando il cervello. Giocavo a centrocampo, ma in realtà ero un numero 10 prima ancora che diventassero di moda.

Un talento puro, non sorretto dal fisico piuttosto minuto e dalla summenzionata lentezza: “Una volta ho vinto il trofeo dell’Evening Standard come il miglior calciatore del mese a Londra. Meglio anche di Gascoigne. Peccato che sono rimasto a Londra nove anni!”

Spirito libero, capello lungo e grande carisma in campo, Bishop sfiorò soltanto la Nazionale. Secondo alcuni, non venne mai convocato a causa di alcuni rumor sulla sua presunta omosessualità. Decisamente presunta, a leggere cosa ha raccontato nell’intervista.

“A Miami avevamo due sponsor: Budweiser e Hooters. Finivamo con le ragazze di Hooters e ci ritrovavamo con una cassa di Budweiser! Mi sembrava di essere morto e di essere finito in paradiso”.

La passione per il poker

Nel 2006, a un paio d’anni dal ritiro, Ian Bishop si ritrova all’MGM Grand a partecipare al Main Event di un importante torneo organizzato da Party Poker. Grande appassionato di Texas Hold’em, a 40 minuti dall’inizio del torneo Bishop riceve una pocket pair di 4.

Al flop scendono un 3, un 4 e un 7. Una donna va in all-in.

“Lì per lì penso, perché fa così? Deve avere il nuts, 5-6. Oppure sta bluffando?”, racconta l’ex calciatore al giornalista. “Avevo l’occasione di vincere un piatto talmente grosso da andare direttamente al Day 2. Perciò che faccio? Azzardo”.

Naturalmente la donna aveva “un fottuto 5 e un fottuto 6”.

Turn e river ininfluenti, e per Ian il sogno finisce. “Avevo vinto dieci tavoli consecutivi da dieci giocatori per arrivarci, aspettato tre mesi, preso un volo da cinque ore e me ne torno a casa dopo 40 minuti!”.

Ma a volte il destino ha un piano inaspettato. Il giorno dopo, tornato in Florida, Ian partecipa a un altro torneo e vince £30.000. “Mi sa che doveva andare così”, conclude sorridendo.

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