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La donk bet del BB che ci vieta la C-Bet. Cosa facciamo, call o raise?

donk bet
La donk bet sul flop dry

Decision Point 

In una partita di cash game € 1 / € 2 no-limit hold'em, l’action arriva fino a te che giochi da Hi-Jack e rilanci con a q . 

Il big blind chiama. 

Sul flop scendono tre carte che rendono il board piuttosto dry, a 7 3 e il big blind decide di donk bettare. L'azione ora spetta di nuovo a te...

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Il BB non ci permette di c-bettare con la sua donk bet

In questa mano abbiamo rilanciato con a q da hijack e siamo stati chiamati solo dal big blind. 

Il nostro avversario quindi punta fuori posizione (fa una classica "donk bet”) in una situazione in cui avremmo certamente continuato la puntata se il nostro avversario avesse fatto check.

Molti avversari adottano questa mossa con mani marginali e qualchebluff, mentre, nel caso in cui posseggano mani forti, lo faranno molto meno spesso. 

Se scegliamo di rilanciare, probabilmente otterremo troppi fold dalle mani peggiori da cui potremmo invece ottenere più valore nelle future street.

Il rilancio neutralizzerà anche i bluff puri e li costringerà al fold. 

Il raise sulla donk bet non massimizza il valore

In altre parole, rilanciare non massimizza il valore della nostra mano contro il range del nostro avversario.

Dato che siamo in posizione contro un singolo avversario su un flop piuttosto dry, siamo in una situazione ideale per chiamare semplicemente questa puntata. 

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Chiamando permettiamo al nostro avversario di sparare proiettili aggiuntivi con le mani che stiamo battendo.

Il call ha anche il vantaggio di esercitare il pot control nelle volte in cui il big blind ci batte, come quando, piuttosto raramente vista la sua action, il nostro avversario ha floppato un set. 

Contro il range del nostro avversario, callare estrae più valore dalle mani peggiori e perde meno chips contro le mani forti.

Chiamare con l'intenzione di andare a uno showdown controllato farà guadagnare il maggior numero di chip nel lungo periodo.

Il call è la miglior giocata.

Tratto da LearnWPT su PokerNews. 

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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