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Phil Hellmuth: "Sì, sono cambiato. E in meglio"

A poche ore dall'inizio delle WSOP 2014, andiamo a scoprire uno dei possibili protagonisti: Phil Hellmuth. Ma come, direte voi, che c'è da scoprire in uno dei giocatori di poker più famosi al mondo, sulla cresta dell'onda ormai da decenni? Molto più di quanto potreste aspettarvi, in realtà…

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Sì, perché il vincitore del Main Event WSOP 1989 è un giocatore ma soprattutto un uomo molto diverso da quello che era solo pochi anni fa. Siamo abituati a un Hellmuth arrogante, fino al limite della strafottenza, capace di dare di matto per una mano persa o per una giocata a suo avviso non lineare da parte di un avversario.

E invece il 'nuovo' Phil è completamente diverso, parole sue: "Mi sento un privilegiato. Penso di capire di più il poker al giorno d'oggi. In passato mi struggevo parecchio: ho sempre avuto questa sorta di scimmia sulla spalla. Non volevo che nel giro di qualche anno la gente dicesse che non sapevo più giocare a poker. Sono voci che sento ancora, e che mi motivano".

Ma qualcosa è cambiato: "Questa cosa mi impediva di godermi il poker come avrei dovuto. Eppure la mia vita è fantastica: sono sposato da 23 anni, tutto è stupendo. Ma nel poker a volte è dura. A volte devi fermarti e pensare che sei un privilegiato, che hai avuto tanto dalla vita. Penso di essere cambiato, sì".

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Un Hellmuth così zen non lo avevamo mai visto: "Devi essere in grado di giocare al meglio a poker, riconoscere i tuoi talenti, ma senza essere arrogante. È normale che il tuo ego si gonfi: ho avuto un 2011 e un 2012 strepitoso, tutti parlavano di quanto ero forte. L'ego ne risente, per quanto tenti di lottare contro questa cosa, anche con la saggezza che deriva dall'età".

Un cambiamento lento, ma a quanto pare costante: "Quando avevo 24 anni, il mio ego scattava molto velocemente. A 34 scattava velocemente. Oggi di anni ne ho 49… C'è sempre gente che parla, che dice che sei fortissimo, ma se ti lasci trasportare, meglio andare a casa. L'importante è 'digerire' le vittorie e rimanere in carreggiata: credo che molti lo sappiano fare bene".

Questa nuova consapevolezza ha reso Hellmuth un giocatore migliore? Secondo lui sì: "So ancora come si gioca a poker, ma sono anche più paziente. Penso che questa combinazione mi porti a 'sentire' meglio il gioco. Vediamo dove mi porterà tutto ciò". Magari un altro braccialetto?

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